Rimuovere dall'atmosfera e stoccare in modo permanente, con "soluzioni tecnologiche", almeno 5 milioni di tonnellate l'anno di CO2 dall'atmosfera entro il 2030, anche grazie a un certificato di rimozione del carbonio Ue. Sono alcuni elementi della bozza preliminare della Comunicazione della Commissione Ue sui cicli del carbonio, dedicata per oltre metà al sequestro della CO2 dai terreni agricoli. La versione definitiva della strategia è prevista il 14 dicembre.
Per quanto riguarda la cattura della CO2 da impianti industriali, le indicazioni della bozza, che come tale potrebbe subire modifiche, sono diverse. Si menziona l'obbligo di rendicontazione per tutti gli impianti a partire dal 2028 delle emissioni di CO2 secondo una classificazione di origine biogenica, fossile o atmosferica. Entro il 2030 "almeno il 20%" del carbonio usato dai settori della chimica e della plastica dovrà essere di recupero. Nella tabella di marcia sui certificati per la rimozione della CO2 mancano date e riferimenti temporali.
Nel testo la Commissione mette l'enfasi sulle opportunità offerte dai fondi per ricerca e innovazione, e chiarisce che vuole orientare le sovvenzioni verso soluzioni di stoccaggio radicalmente innovative. Per esempio, nel testo in preparazione si menziona il progetto islandese Silverstone e la tecnologia Carbfix, che imita e accelera i processi naturali trasformando rapidamente la CO2 in minerali di carbonato solido.
Per la Commissione, inoltre, esiste un probabile problema di capacità per il trasporto e lo stoccaggio del gas ed è necessario un aggiornamento delle linee guida della Direttiva CCS per quanto riguarda finanziamento, gestione e monitoraggio dei rischi.
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