Elettrolizzatori per la produzione di idrogeno targati Edison, piani di sviluppo di Stellantis e CEO Alliance (di cui fanno parte Enel e Volkswagen) per nuove flotte di automobili da produrre in Italia, Francia, Germania e Spagna, FNM per la creazione di una "hydrogen valley" per la mobilità in Lombardia, già dal 2023. E poi Dalmine, Fincantieri, ENEA nel Lazio e Eni in Sicilia, Snam. Sono solo alcuni dei soggetti e dei territori nazionali che contribuiscono al piano progetti della European Clean Hydrogen Alliance.
I contributi, oltre 1.500, sono parte di 768 progetti integrati, il 60% dei quali dovrebbe entrare in funzione entro la fine del 2024 e l'80% entro la fine del 2025. Dei 446 progetti che includono una componente di produzione di idrogeno, l'87% utilizzerà elettrolizzatori. La capacità combinata di questi elettrolizzatori sarebbe di oltre 52 GW entro il 2030, superando così ampiamente l'obiettivo della strategia dell'Ue per l'idrogeno di 40 GW entro il 2030.
La European Clean Hydrogen Alliance è il partenariato tra settore pubblico, imprese e accademia finanziato con 2 miliardi, la metà dal bilancio del programma di ricerca Ue Horizon Europe e l’altra metà da parte di privati e università, a sostegno dello sviluppo e la diffusione di tecnologie dell'idrogeno pulito, in particolare per i settori difficili da decarbonizzare, come l'industria pesante.
"Si prevede che oltre 600 progetti entreranno in funzione entro il 2025 – ha detto il Commissario europeo all'industria Thierry Breton – sono fiducioso che queste innovazioni ci aiuteranno a raggiungere i nostri obiettivi in materia di cambiamento climatico, rafforzare la nostra resilienza industriale e leadership tecnologica e contribuire alla creazione di posti di lavoro". Imprese coinvolte, siti di produzione, grado di maturità dei progetti sono consultabili nel database messo a disposizione dalla Alleanza.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA