I livelli dei campi elettromagnetici e quindi di radiazioni sono sostanzialmente rimasti invariati dopo l'implementazione del 5G. E' quanto emerge da uno studio condotto dal regolatore di spettro francese Anfr che, tra ottobre 2020 e ottobre 2021, ha messo a confronto la radiazione elettromagnetica (emf) prima e dopo l'installazione delle apparecchiature 5G.
L'autorità ha misurato i livelli di campi elettromagnetici in quasi 1.650 siti 5G, suddividendo i risultati per banda di frequenza. Nelle bande 700 MHz e 2,1 GHz, il regolatore ha rilevato che i livelli di campi elettromagnetici sono rimasti simili alle misurazioni effettuate prima dell'installazione del 5G. Nella banda a 3,6 GHz, l'esposizione è leggermente aumentata a 0,11 V/m, sebbene questo sia ancora significativamente inferiore al limite di esposizione fissato a 61 V/m.
In un test che prevedeva la simulazione del traffico web con il download di un file da 1 GB, l'autorità di regolamentazione ha rilevato che l'esposizione ai campi elettromagnetici è aumentata di circa il 16%, restando ancora molto al di sotto del limite regolamentare.
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