Invece di fissare obiettivi di riduzione inflessibili, l’Ue dovrebbe mirare alla riduzione dell'intensità energetica, che si riferisce alla quantità di energia utilizzata per unità di produzione economica prodotta. E' l'emendamento sostanziale suggerito da Eurochambres, l’associazione europea delle Camere di commercio, nel processo di revisione della Direttiva efficienza energetica, avviato dalla Commissione europea lo scorso luglio.
La bozza di riforma propone di aumentare il target dei risparmi energetici rispetto al "business as usual" al 2030 dal 32,5% al 36-37%, con obblighi per gli Stati membri come quello di riqualificare il 3% degli edifici pubblici l’anno.
Secondo Eurochambres la "flessibilità" è il concetto chiave. Flessibili devono essere i target, come anche il principio "prima l'efficienza", che può anche diventare un impedimento alla "necessaria flessibilità" della rete, di cui "avremo urgente bisogno in futuro in quantità maggiori per bilanciare un sistema energetico basato sulle rinnovabili, per il quale anche i combustibili gassosi rinnovabili e a basse emissioni di carbonio svolgeranno un ruolo significativo".
Le misure di flessibilità ed efficienza, sostiene Eurochambres, devono essere considerate insieme e ad un livello superiore, "piuttosto che concentrarsi esclusivamente sull'ottimizzazione del singolo impianto".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA