BRUXELLES - La proposta di legge Ue per quadruplicare la capacità di produzione europea dei microchip entro il 2030 (Eu Chips Act) "è finalizzata" e sarà presentata "la prossima settimana, l'8 febbraio". Lo ha annunciato il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, al termine del Consiglio Competitività a Lens. "Non siamo protezionisti", il disegno di legge servirà a "compensare" la dipendenza dell'Europa dall'Asia, soprattutto dalla zona di Taiwan, con "molti investimenti per rafforzare la ricerca, accogliere mega-fabbriche e avere gli strumenti che garantiscano la sicurezza degli approvvigionamenti", ha spiegato Breton.
Il disegno di legge Ue "consentirà oltre 12 miliardi di euro di ulteriori investimenti pubblici e privati entro il 2030, e questo andrà ad aggiungersi agli oltre 30 miliardi di euro di investimenti pubblici già previsti, ora sostenuti da Recovery Fund, Horizon Europe e bilanci nazionali", ha indicato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo a una conferenza organizzata da Digital Europe. "Voglio che l'Ue diventi forte in tutta la catena di valore dei chip. Entro il 2030, il 20% della produzione mondiale di microchip dovrebbe essere qui in Europa, il doppio di oggi in un mercato destinato a raddoppiare nel prossimo decennio, quindi significa quadruplicare la produzione europea odierna", ha evidenziato von der Leyen, spiegando che i fondi pubblici stanziati per i chip "saranno più che compensati da investimenti privati". "Per mettere in chiaro i numeri - ha precisato -: le aziende europee nel campo dei semiconduttori stanno ora investendo circa 6 miliardi di euro all'anno".
Secondo Breton, la dipendenza dall'Asia, che porta al rischio di una carenza di chip fondamentali per settori che vanno dall'automotive agli smartphone, "non è accettabile". "E' un errore pensare che la politica che stiamo conducendo a livello europeo farà sì che ripoteremo tutto in Ue per produrre tutto al nostro interno, siamo solo realisti", ha evidenziato Breton, sottolineando che l'Ue è consapevole di quali siano i suoi "punti di forza" e vuole "riequilibrare le forze". "Continueremo ad avere la globalizzazione ma vogliamo fabbricare alcuni componenti da noi" per ridurre la dipendenza, ha precisato.
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