Un prezzo della CO2 che si aggira sui cento euro la tonnellata va considerato sta accelerando il percorso di decarbonizzazione per le industrie europee ad alto consumo di energia. E' uno degli argomenti emersi da un webinar organizzato dalla testata Euractiv sulla connessione tra mercato del carbonio e CBAM, il prezzo della CO2 dell'Ets applicato ai prodotti importati che la Commissione europea ha proposto lo scorso luglio.
Il più esplicito è stato Oliver Sartor, Senior Advisor per l’industria dell’influente think tank tedesco Agora Energiewende. "E’ un game changer – ha detto – perché significa un grande aumento dei costi di produzione e sta spingendo diverse grandi compagnie che producono acciaio ad anticipare i loro programmi per diventare neutrali dal punto di vista delle emissioni e si preparasi alla riconfigurazione del sistema delle quote in funzione del CBAM".
"Molto dipende dalle quote gratuite – ha detto Axel Eggert di Eurofer – perché anche nei piani più audaci è impossibile in soli otto anni convertire tutti gli altiforni in Europa e per un certo periodo alcuni degli impianti esistenti dovranno funzionare come oggi per finanziare la decarbonizzazione, ecco perché la questione delle quote gratuite al momento è fondamentale". Quote che il CBAM vuole gradualmente eliminare. Se il prezzo della CO2 così alto, conviene Eggert, costituisce già di per sé un incentivo a decarbonizzare, serviranno comunque le quote gratuite per accompagnare la transizione.
Per l'eurodeputata socialista finlandese Miapetra Kumpula-Natri, l'importante è la stabilità del prezzo, il cui alto livello di questi giorni può essere "anche una buona notizia, perché significa che avremo molte risorse per continuare sulla strada della decarbonizzazione".
Il rapporteur dell'Europarlamento per la riforma dell'ETS, Peter Liese, ha dichiarato all'agenzia di stampa Bloomberg che potrebbe proporre un emendamento al suo stesso progetto di relazione per introdurre un meccanismo per evitare che i prezzi aumentino troppo rapidamente nel mercato del carbonio. Le industrie ad alta intensità di energia dell'Ue lamentano inoltre che le valutazioni di impatto della Commissione europea sui target clima si basino su costi della CO2 molto più contenuti.
"Il prezzo lo fa il mercato", taglia corto un funzionario dell'Esecutivo Ue e norme per far fronte alle fluttuazioni eccessive dei prezzi della CO2 "sono già in vigore, come stabilito all'articolo 29bis della Direttiva ETS". "Semplicemente – prosegue il funzionario – le condizioni per l'attivazione di tali misure non sono attualmente soddisfatte".
Da Palazzo Berlaymont fanno notare che "le modellizzazioni del Fit-for-55 non sono fatte per essere utilizzate come previsioni per i prezzi che, tra l’altro, nella valutazione di impatto sono espressi a valori 2015 e non correnti". "Oltre a incoraggiare la transizione verso l'energia pulita – è la conclusione – l’ETS genera anche entrate da investire in tecnologie e fonti energetiche più pulite, oppure che possono essere utilizzate anche per un sostegno sociale mirato".
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