I fenomeni di "corrosione sotto stress" che aprono crepe millimetriche nei reattori nucleari francesi e le misure di controllo dei prezzi imposte dallo Stato costringono Edf alla ricapitalizzazione. Il grosso verrà dalle casse pubbliche, con oltre 2 miliardi di euro su 2,5 di ricapitalizzazione annunciata.
Electricité de France, di proprietà dello Stato francese per oltre l'80%, nonostante un aumento dell'utile netto di otto volte (ha superato 5 miliardi di euro) nel 2021, ha annunciato che quest'anno sarà pesantemente colpita dai guai sui reattori e delle misure contro il caro energia varate dal governo Castex, il blocco dell’incremento delle tariffe regolate di vendita dell'energia elettrica a un massimo del 4%. Anche se i conti si faranno a fine anno, Edf stima il costo degli interventi diretti sul mercato da parte del governo a 8,4 miliardi di euro.
EDF ha quindi presentato un progetto di aumento di capitale da circa 2,5 miliardi di euro. Lo Stato parteciperà per 2,1 miliardi, ha detto il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire. "Edf incontra difficoltà legate all'indisponibilità dei reattori nucleari – ha dichiarato il ministro – vende meno energia nucleare, improvvisamente il profitto è più basso e ha bisogno del sostegno finanziario dello Stato".
Il sostegno a Edf è necessario anche in prospettiva, per l'ambizioso piano di rilancio del nucleare presentato da Emmanuel Macron la settimana scorsa secondo cui Electricité de France dovrà costuire sei reattori di terza generazione prima del 2030. A questi si aggiungerebbero altri otto reattori dello stesso tipo entro il 2050.
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