C’è attesa per le nuove misure annunciate dalla Commissione sul caro energia. L’adozione del documento era programmata per il 2 marzo, ma l’invasione russa dell’Ucraina ha sconvolto lo scenario, riportando la questione della sicurezza degli approvvigionamenti e della dipendenza dal gas di Mosca al centro dell’agenda per la transizione energetica. La Comunicazione, che terrà conto anche delle conclusioni del Consiglio straordinario dei ministri dell’Energia, è attesa per martedì.
Secondo le bozze che circolano a Bruxelles, la Commissione dovrebbe confermare l’orientamento strategico sulle rinnovabili, proponendo un Energy compact composto di iniziative già annunciate come il piano per il solare e le nuove linee guida sui permessi (vedi Newsletter 65) che dovrebbero includere raccomandazioni agli Stati per rendere l’installazione di impianti di produzione di energie rinnovabili “di preminente interesse pubblico”, in modo da tagliare i tempi sulle autorizzazioni. Un capitolo del documento dovrebbe riguardare gli strumenti finanziari per aumentare gli investimenti in fotovoltaico, idrogeno e biogas.
Poi ci sono misure urgenti, visto il nuovo scenario di insicurezza degli approvvigionamenti. Aumentare lo stoccaggio del gas è una priorità per il prossimo inverno. La Commissione dovrebbe avviare un progetto pilota sugli stock congiunti, e chiederà ai Paesi membri di assicurare un livello minimo di riserve dell’80% da raggiungere entro il 30 settembre, con modifiche alle regole sugli aiuti di Stato e sconti alle tariffe di trasmissione (dal 50 al 100% di rimborso per operazioni di stoccaggio) per incentivare i fornitori a partecipare allo sforzo.
Agevolazioni su interventi statali sono previste anche per le industrie ad alta intensità di consumo energetico. Tra le dieci azioni indicate dal documento, che potrebbe però cambiare prima della sua adozione, condizioni di favore anche per i sussidi su fertilizzanti alternativi, visto che il prezzo di quelli convenzionali - fortemente dipendente dal gas - è aumentato del 142% in un anno.
Rispetto alle bozze già circolate qualche settimana fa, il piano della Commissione utilizza un linguaggio più moderato sull'eventuale prelievo fiscale sugli operatori dell'energia che hanno beneficiato dell'aumento dei prezzi, che non dovrebbe essere destinato a aiuti contro il caro bollette, ma essere condizionato al fatto di reindirizzare le risorse verso energie sostenibili.
Questo, in sintesi, quanto trapelato. Potrebbe però esserci dell’altro. Il Consiglio dei ministri dell’energia di lunedì scorso ha visto un gruppo di Stati tornare a chiedere riforme del mercato dell’energia elettrica. La Grecia si è spinta a proporre un meccanismo di solidarietà Ue con prestiti agli Stati, tipo recovery plan.
La riforma del mercato dell'elettricità è incanalata lungo un percorso che passa da un rapporto dell'Acer atteso nelle prossime settimane. Un percorso che difficilmente sarà cambiato. La riflessione su altre misure a Bruxelles evolve con il passare delle ore e con la valutazione della situazione in Ucraina.
Se l'Ue decidesse di spingere le sanzioni contro la Russia fino a ridurre volontariamente le importazioni di gas e petrolio, oppure se fosse Mosca a tagliare le forniture le contromisure sarebbero pronte, assicura Bruxelles. "La Commissione è pronta a proporre misure straordinarie in caso di escalation dei prezzi che minacci la resilienza della nostra economia e della nostra società", ha detto la Commissaria Kadri Simson ai deputati della commissione Industria dell’Europarlamento.
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