L'Ets-bis, cioè l’estensione del sistema Ets ai trasporti e agli edifici e il fondo sociale per il clima, che dovrebbe essere finanziato con i proventi delle aste del nuovo sistema, continuano a dividere gli Stati Ue. E’ emerso dal dibattito pubblico tenuto il 17 Marzo scorso nella riunione dei ministri dell’Ambiente dell’Unione.
Per la ministra francese della transizione ecologica Barbara Pompili, che ha presieduto l'incontro, “il messaggio è chiaro: non ci sarà pausa nel Green Deal, al di là delle risposte a breve termine possiamo solo accelerare”, ha detto in conferenza stampa. Esistono comunque visioni diverse, e le differenze sono accentuate dal caro energia. Sui due dossier esaminati, Italia, Spagna e Portogallo hanno sottolineato la necessità di tener conto del nuovo contesto. La ministra di Madrid Teresa Ribera invita a "non essere precipitosi". Roma chiede una nuova valutazione di impatto che tenga conto dello scenario mutato e dei prezzi che agli attuali livelli "potrebbero non essere coperti" dal fondo sociale come inizialmente concepito, ha ricordato il rappresentante permanente aggiunto Stefano Verrecchia. Secondo le stime della Commissione europea il fondo sociale per il clima dovrebbe ammontare a 72 miliardi, di cui circa 8 per l'Italia.
Germania e Danimarca sostengono l'Ets-bis dal principio, ma Berlino è "scettica" sulla necessità di costruire il fondo "riaprendo il quadro finanziario pluriennale” (come proposto dalla Commissione europea), ha detto il sottosegretario di Stato tedesco, Sven Giegold. Copenhagen è nettamente contraria al fondo sociale comune, così come la Svezia. Se ci sarà da redistribuire i proventi delle aste lo si faccia a livello nazionale, ha scandito il ministro danese Dan Jorgensen.
La posizione dei Paesi Bassi è passata dallo scetticismo all'entusiasmo in meno di un anno, ed è oggi di aperto sostegno ai piani della presidenza francese di raggiungere una posizione comune sui due dossier entro giugno. L’unica raccomandazione fatta dal neoministro dell'Aia Rob Jetten è di esaminare approfonditamente la possibilità di utilizzare i fondi già a disposizione dal budget Ue prima di decidere sul nuovo fondo sociale.
Polonia, Ungheria e Bulgaria sono apertamente contrari all'Ets-bis. Per il ministro polacco Adam Guibourgé-Czetwertynski l'estensione sel mercato della CO2 a trasporti ed edifici è “ingiusta dal punto di vista sociale”, e chiede una revisione generale del pacchetto FitFor55. La neutralità climatica al 2050 – ha sottolineato – “non è più praticabile e dobbiamo cercare vie alternative per abbandonare la dipendenza dal gas russo”.
“Secondo me - ha sintetizzato Pompili - la questione di respingere l'idea dell’Ets-bis o del fondo non si pone, l'uno senza l'altro non possono esistere, si tratta di trovare il giusto equilibrio perché siano due strumenti efficaci”. “La Commissione resta del parere che l’estensione dell’Ets sia una parte essenziale del FitFor55”, ha aggiunto il Commissario Ue all’ambiente Virginijus Sinkevicius.
Durante la riunione, i ministri hanno approvato una posizione comune sul regolamento batterie. Tra le novità rispetto alla proposta presentata dalla Commissione europea alla fine del 2020, gli Stati membri introducono un obiettivo di raccolta per gli accumulatori portatili nei mezzi di trasporto leggeri (come biciclette elettriche, ciclomotori elettrici, scooter elettrici). La presidenza francese del Consiglio Ue ora potrà avviare i negoziati per arrivare al testo definitivo con l'Europarlamento, che ha votato la sua posizione in merito la settimana scorsa.
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