Sono iniziati i lavori in commissione tra i Gruppi politici dell’Europarlamento per ridurre e consolidare gli oltre 2.500 emendamenti complessivi presentati sui dossier sul mercato Ue del carbonio (ETS) e sulla "carbon tax" alle frontiere (CBAM). I relatori dei due provvedimenti, il popolare tedesco Peter Liese e il laburista olandese Mohammed Chahim si dicono ottimisti. La maggioranza dei Gruppi in commissione Ambiente crede che la guerra in Ucraina debba spingere l’Ue ad accelerare sulla transizione.
Sul mercato del carbonio Ue (ETS) uno degli argomenti di maggiore attrito è l’ETS-2, cioè la creazione di un nuovo sistema di scambio di permessi carbonio che copra trasporti su gomma e edifici. Secondo Liese serve una versione più flessibile e “intermittente”, cioè che possa essere sospeso se e quando i costi mordessero famiglie e imprese. Contro il governo di Berlino, Liese sostiene il fondo sociale sul clima legato all’Ets-2 e vorrebbe accorciare i tempi della sua entrata in vigore. Per gli S&D (relatrice ombra la svedese Jytte Gutteland) l’ambizione sull’ETS-2 deve essere ancora più alta. Per Verdi e Renew l’imperativo è l’eliminazione delle quote gratuite. Invita a non avere fretta Danilo Oscar Lancini (Lega), shadow per ID. Dopo l’attacco russo a Kiev, dice “va trovato un nuovo equilibrio che eviti ulteriori costi per cittadini e imprese e che sostenga innovazione e competitività, tenendo conto anche delle ambizioni climatiche assolutamente asimmetriche tra gli Stati del G20”.
Mohammed Chahim, relatore del provvedimento sul meccanismo che applicherebbe il prezzo della CO2 in Ue ai prodotti importati (CBAM), saluta “l’attitudine costruttiva” con cui negoziano i Gruppi politici. Che però ad ora sono d’accordo solo su elementi tecnici, come un registro centralizzato a livello Ue per permettere al sistema di funzionare. Sul resto, le posizioni sono ancora lontane. L’entrata in vigore del nuovo sistema e la corrispondente eliminazione delle quote gratuite va rallentata secondo Renew e Ppe, e accelerata secondo i Verdi e lo stesso Chahim. I proventi vanno destinati solo al budget Ue secondo Renew, mentre Socialisti e Verdi vorrebbero che una quota andasse ai Paesi in via di sviluppo. Per il Gruppo ID, i ricavi del CBAM dovrebbero andare agli Stati, come accade oggi con l’ETS.
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