La Commissione europea ha proposto nuove regole per ridurre le emissioni di gas fluororati e dei gas che danneggiano lo strato di ozono dell’atmosfera. I gas fluororati, tra cui gli idrofluorocarburi utilizzati in impianti di refrigerazione e pompe di calore, sono gas serra molto potenti, spesso diverse migliaia di volte più dell'anidride carbonica. La proposta rafforzerebbe il sistema delle quote per gli idrofluorocarburi tramite una riduzione graduale per arrivare a tagliare il 98% del potenziale impatto climatico dei gas di questo tipo che entrano nel mercato dell'Ue tra il 2015 e il 2050.
Ma secondo quanto riferito al Financial Times da fonti industriali, per alcuni gas usati specificatamente per il raffreddamento dei quadri elettrici le quote si applicano solo al di sopra di un potenziale di riscaldamento globale (Gwp, global warming potential) di 2.000. Una soglia che lascia spazio alle importazioni de un unico produttore americano di gas fluoronitrile.
Un gruppo di grandi società di ingegneria, tra cui Siemens in Germania, Schneider Electric in Francia e Toshiba in Giappone, sostiene invece di avere già una tecnologia senza alcun impatto sul clima. Un caso in cui l'industria sembra essere già più avanti dei regolamenti, commenta la newsletter quotidiana del giornale finanziario.
Gli idrofluorocarburi sono stati adottati su larga scala soprattutto a partire dalla fine degli anni novanta per sostituire i clorofluorocarburi, responsabili del “buco” nello strato di ozono e banditi dal Protocollo di Montreal. Ecco perché Bruxelles intavola nuove regole non solo per i primi, ma anche per i secondi. La proposta di regolamento della Commissione sui gas che danneggiano l’ozono (Ods) aggiorna la legislazione del 2009 con l’obbligo di recupero o la distruzione degli Ods dalle schiume isolanti quando gli edifici vengono ristrutturati o demoliti e nuovi requisiti per il monitoraggio e la lotta contro le attività illegali.
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