La proposta di Direttiva sulle emissioni industriali, "corrisponde senza dubbio ad un miglioramento dell’attuale quadro normativo", ma "ci saremmo aspettati un approccio meglio integrato con il Green Deal europeo e il pacchetto Fit for 55, a partire dall’inclusione della riduzione delle emissioni di gas serra nel campo di applicazione della Direttiva, in sinergia con il sistema di scambio di quote di emissioni Ets".
E’ il commento di Eleonora Evi, europarlamentare e co-portavoce nazionale di Europa Verde alla bozza di normativa presentata dalla Commissione europea il 4 Aprile scorso. Evi accoglie con favore l'ampliamento dei settori coperti dalla Direttiva Ue. Considera "positivo l’inserimento" degli allevamenti bovini con oltre 150 capi. Anche se, precisa, "l'esclusione dell'acquacoltura e l'introduzione di 'un sistema di autorizzazioni agevolato' per gli allevamenti indeboliscono la proposta e saranno pertanto soggetti ad attento scrutinio".
Le associazioni imprenditoriali europee, da Business Europe alle organizzazioni agricole, hanno criticato il provvedimento. "La direttiva introduce nuovi obblighi solo a partire dal 2025 – è la replica dell’europarlamentare – in tal modo si garantiscono certezze alle imprese sui propri investimenti a medio e lungo termine, evitando così il rischio di investimenti in cosiddetti attivi non recuperabili o stranded assets e permettendo altresì l’internalizzazione dei costi ambientali, sociali e sanitari della produzione".
Un altro dei nuovi settori coperti è quello delle gigafactories, che nei piani europei però sono considerate anche un’infrastruttura industriale essenziale per creare una filiera europea delle batterie. "Non c’è nessuna contraddizione", dichiara Evi. "La transizione verso un’economia basata sull’uso esclusivo di fonti di energia rinnovabili – aggiunge – richiede necessariamente il rispetto di vincoli ambientali e di limiti stringenti sulle emissioni anche da parte dei relativi settori produttivi".
“Come gruppo dei Verdi europei – conclude Evi – ci batteremo affinché il testo finale includa norme chiare che garantiscano la drastica riduzione dell'inquinamento del settore industriale" per "avviare speditamente la trasformazione ecologica dell’industria europea in linea con l’obiettivo di inquinamento zero e la neutralità climatica" e per "cogliere le potenzialità di una maggiore competitività su scala globale".
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