Limitare l'accesso al mercato Ue-Ets ai soli operatori industriali e dei settori Ets, tagliando fuori gli intermediari finanziari. E' l'emendamento "anti-speculazione" approvato dai deputati della commissione Industria dell’Europarlamento nel parere adottato sull’Ets. "Possono fare eccezione solo gli intermediari finanziari che acquistano quote per conto dell'impianto e non le proprie", si legge nel testo adottato, che sarà disponibile nei prossimi giorni sul sito della commissione parlamentare.
Sulla riforma dell'Ets, la commissione Industria ha competenza condivisa con la commissione Ambiente. Vale a dire che se la seconda ignora parti dell’opinione della prima, questa ha diritto di riproporle ai voti della plenaria. Oggi i principali operatori nel mercato europeo del carbonio sono le società energetiche e le società industriali che hanno obblighi nell'ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell'Ue. Anche gli intermediari finanziari come le banche scambiano permessi. Di solito lo fanno per conto di società più piccole ed emettitori, ma non è obbligatorio.
"Il problema non è limitare l'accesso al mercato a banche o intermediari finanziari, ma sono i volumi che tutti gli attori del mercato possono muovere per se stessi a fini di puro profitto, servono quindi limiti su volumi e posizioni, e maggiore trasparenza nella rendicontazione delle transazioni", commenta Mattia Ferracchiato, esperto di mercati del carbonio e di trading di materie prime ambientali. "Infatti intermediari finanziari e banche aiutano a mantenere il mercato liquido, cosa che i soli industriali non potrebbero garantire", spiega.
"In aggiunta - prosegue Ferracchiato - molte aziende del settore energetico, quindi coperte dall'Ets, hanno dei dipartimenti di trading specifici che vendono quote CO2 agli industriali come già fanno con le materie prime energetiche". "Come per gli intermediari finanziari - precisa - anche per questi operatori del settore energia dovrebbe esserci maggiore trasparenza, in particolare sui volumi di quote scambiati oltre quelle necessarie per il proprio fabbisogno". Per affrontare la questione, conclude Ferracchiato, "non serve negare l'accesso a questo o a quel soggetto, ma porre limiti al numero massimo di quote che può essere detenuto e scambiato da un singolo soggetto", cioè i cosidetti limiti di posizione e di volume.
La commissione Industria ha approvato anche altre opinioni sul pacchetto Fit for 55: standard di emissione di CO2 per auto e furgoni (40 voti favorevoli, 17 contrari e 19 astensioni), Implementazione di infrastrutture per combustibili alternativi (59 voti favorevoli, 9 contrari e 8 astensioni), carbon tax alle frontiere (57 voti favorevoli, 16 contrari e 3 astensioni), Fondo sociale per il clima (57 voti favorevoli, 9 contrari e 10 astensioni).
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