Coinvolgere le Pmi in un processo decisionale “dal basso” per rendere più ambiziosa la Strategia Ue sui prodotti tessili sostenibili e circolari. E’ la posizione di Cna-Federmoda, presentata a Bruxelles, in un incontro con gli europarlamentari italiani e un evento all'Ambasciata in Belgio. Pur condividendo la Strategia Ue, per Cna "non è auspicabile la rimodulazione di misure, orientamenti e strategie costruite per le grandi imprese" sulle piccole, soprattutto "attraverso un processo top-down sulle imprese meno strutturate".
"La redditività economica dei modelli di business circolari – è l’analisi della Cna – non è garantita dai meccanismi di mercato, in quanto l’utilizzo di materiali recuperati e/o riciclati in un’ottica di economia circolare, nella gran parte dei casi, non risulta economicamente più conveniente rispetto al consumo di materia prima vergine”. Lo stallo è anche "di matrice burocratica" e sconta un "deficit di reti impiantistiche destinate al trattamento/valorizzazione dei rifiuti in cui vengono effettuate le operazioni di raccolta, selezione e trattamento dei rifiuti tessili”.
Il settore della moda italiana, ricorda Cna, è caratterizzato dalla presenza di imprese di piccole dimensioni. Le aziende con meno di 50 addetti, sottolinea il position paper, sono oltre 56mila su un totale di 58mila, e occupano poco meno di 310mila persone su un totale di 470mila del settore.
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