L'uso del riconoscimento facciale negli spazi pubblici nell'Unione europea dovrebbe essere vietato senza alcuna eccezione. E' la posizione annunciata dal capodelegazione del Pd al Parlamento europeo, Brando Benifei, responsabile per il regolamento sull'intelligenza artificiale, che ha presentato davanti alle commissioni per il Mercato interno e le Libertà civili il primo pacchetto di emendamenti alla proposta di legge varata dalla Commissione europea nell'aprile 2021.
L'eurodeputato dem ha espresso la ferma volontà di "eliminare completamente" le deroghe previste nel disegno di legge sull'uso della sorveglianza biometrica negli spazio pubblici, contrasto del terrorismo compreso. Chiedendo di fatto di proibire la pratica in toto. "Abbiamo dati che non ci danno una convinzione solida sull'utilità di strumenti come il riconoscimento facciale al fine di un miglioramento reale della prevenzione e ricerca dei crimini" e lo stesso vale per il contrasto al terrorismo, ha spiegato Benifei, evidenziando che a fronte di "un rischio molto elevato sotto il profilo della tutela della libertà personale" portato dall'uso dell'AI per le pratiche di sorveglianza, "dobbiamo guardare all'interesse complessivo dei cittadini". Vale a dire, evitare di creare "un'enorme insicurezza sui propri dati e la propria attività che diventerebbe a disposizione delle autorità pubbliche in un modo che non è compatibile all'ordinamento liberal-democratico dei nostri Paesi". Tuttavia, l'eurodeputato ha chiarto come "l'80% delle app di IA non verranno toccate dalle norme più pesanti che tutelano i diritti fondamentali, soltanto quelle per gli usi ad alto rischio".
I lavori parlamentari sul testo andranno avanti per tutta la seconda parte dell'anno, con l'obiettivo di arrivare a un via libera definitivo dopo i negoziati con gli Stati membri nella primavera del 2023. "Non vogliamo creare una società della sorveglianza, non vogliamo un Grande Fratello", ha chiosato Benifei, preannunciando che il tema sarà materia "non facile" di negoziazione con le capitali.
Fin qui, ha sottolineato l'eurodeputato, "abbiamo inserito il divieto esplicito della polizia predittiva, una pratica utilizzata per perseguire crimini che si è rivelata discriminatoria e non funzionante e pericolosa per la presunzione d'innocenza, abbiamo lavorato affinché questo regolamento sia maggiormente allineato alla protezione dei dati del Gdpr, e abbiamo aumentato le tutele per i bambini". Tra gli emendamenti anche l'indicazione a conferire "un ruolo più forte alla Commissione europea per l'applicazione della legge nei casi di violazione transnazionale".
Anche il mondo del lavoro è al centro dell'attenzione politica. "Inseriremo maggiori salvaguardia perché le norme nazionali di consultazione delle parti sociali siano rispettate e non vi sia un utilizzo dell'IA senza verifiche accurate sul posto di lavoro", ha spiegato Benifei, facendo riferimento anche al divieto delle tecniche di riconoscimento emotivo.
"L'obiettivo è di avere un regolamento, un atto legislativo immediatamente applicabile, che ponga l'essere umano e la fiducia dei cittadini e dei consumatori al centro dell'immissione nel mercato dei prodotti di intelligenza artificiale costruendo un modello competitivo europei basato sui nostri valori: tutela diritti fondamentali, dati personali, fiducia cittadini e consumatori. In una democrazia è inevitabile avere questo approccio", ha osservato Benifei, evidenziando come l'Ue sia la "prima realtà al mondo che propone regolamento orizzontale" per l'IA. L'eurodeputato sarà a Washington a luglio per un giro di incontri con i legislatori statunitensi. "C'è un grande intertesse e attenzione del resto del mondo", ha spiegato, anche da parte della Cina che "ovviamente è molto distante da noi" ma questo "non impedisce di confrontarci con tutti".
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