Secondo le stime della Commissione, la realizzazione degli obiettivi del pacchetto RePower EU richiede un investimento aggiuntivo di 210 miliardi di euro da qui al 2027. Sulla carta, sostiene Bruxelles, ce se sono quasi 300. La maggior parte è già disponibile. Si tratta infatti in massima parte del reindirizzamento di risorse già stanziate.
Il perno di tutta l’azione finanziaria del RePower EU sarà il Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza), che andrà opportunamente aggiornato con i nuovi obiettivi e i nuovi fondi. Si comincia dai 225 miliardi di euro in prestiti non ancora richiesti dai Paesi nell'ambito del Recovery Fund. Grecia, Italia e Romania hanno già esaurito il montante a loro disposizione. Polonia, Portogallo, Slovenia e Cipro solo in parte. La Spagna potrebbe chiedere presto la parte che le spetta, per 70 miliardi. Resterebbero 155 miliardi che, se i rimanenti Stati non richiedessero la propria quota, potrebbero essere redistribuiti.
La Commissione mette sul piatto anche 20 miliardi di euro in sovvenzioni. Tanto vale la vendita all'asta di qualcosa come 250 milioni di permessi di emissione attualmente nella riserva dell'Ets, il mercato Ue della CO2. Le quote di emissione sarebbero messe vendute in modo graduale, garantiscono da Bruxelles per non disturbare il funzionamento del mercato. La proposta, che sarà presto discussa dai governi, è di distribuire queste nuove sovvenzioni secondo i criteri del Recovery fund, con l'Italia che dovrebbe beneficiarne di una cospicua fetta.
Altre risorse potrebbero arrivare da fondi regionali e della Politica agricola comune 2021-27. Per il primo capitolo le stime parlano di 27 miliardi di euro in totale. Per il secondo, di 7,5 miliardi di euro, dal fondo per lo sviluppo rurale (Feasr) della Pac, da usare espressamente per fertilizzanti, biogas e rinnovabili agricole. I trasferimenti, volontari per gli Stati, dalla coesione si calcolano dal 2022, quelli del Feasr dal 2023. Se l’Italia volesse, per attuare il RePower EU potrebbe utilizzare fino a 4,5 miliardi dai fondi regionali, e fino a 900mln per lo sviluppo rurale.
La Commissione raddoppierà il finanziamento disponibile per l'invito su larga scala 2022 del Fondo per l'innovazione questo autunno portandolo a circa 3 miliardi di euro. Nel conto la Commissione inserisce anche gli 800 milioni per i primi progetti di interesse comune già previsti nella quinta lista del programma per le infrastrutture energetiche (CEF).
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