Più trasparenza e meno flessibilità per gli Stati membri nelle azioni per ridurre le emissioni di agricoltura, trasporti e rifiuti. Lo chiedono i deputati dell’Europarlamento nella posizione sul regolamento effort sharing approvata in plenaria. L'Eurocamera non ha modificato i nuovi target di riduzione delle emissioni per i settori non Ets, quelli interessati dal regolamento, proposti dalla Commissione europea. Resta l'aumento dell'obiettivo a livello Ue dal 30% previsto dalle norme attuali al 40%. Tutti gli Stati membri dovranno inoltre ridurre le emissioni con obiettivi compresi tra il 10 e il 50% (-43% per l'Italia).
Ma l’Europarlamento riduce i margini di flessibilità degli Stati per raggiungere gli obiettivi. Secondo il testo adottato la possibilità di "prendere in prestito" quote di emissione dall'anno successivo va ridotto al minimo. Va abbassato il limite alle quote che gli Stati membri possono depositare, se dovessero superare le loro riduzioni obbligatorie.
I deputati richiedono inoltre restrizioni sulla possibilità per gli Stati membri di scambiare quote con altri Stati membri e che tutti i proventi dello scambio siano destinati all'azione per il clima. Vogliono anche eliminare la possibilità per gli Stati membri di ricevere ulteriori quote di emissione di gas a effetto serra attraverso la cosiddetta riserva aggiuntiva.
Inoltre, il rapporto invita a prestare maggiore attenzione alle emissioni di gas a effetto serra degli impianti che bruciano biomassa per garantire che l'uso di combustibili sostenibili non si traduca in più emissioni rispetto ai combustibili fossili. Infine, i deputati chiedono alla Commissione di presentare uno o più obiettivi a livello Ue per la riduzione delle emissioni non-CO2 entro luglio 2023.
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