E’ stato raggiunto un accordo di massima sulla modernizzazione dell’Energy Charter Treaty (Ect), la "carta" che protegge gli investimenti internazionali nel settore dell’energia. Lo rende noto la Commissione europea, che aveva ricevuto mandato dal Consiglio Ue per aggiornare il trattato firmato negli anni novanta e che conta una cinquantina di Paesi aderenti. L’Italia si è ritirata dall'Ect nel 2016 dopo una controversia sul sistema di arbitrato per la risoluzione delle dispute.
Secondo l'Esecutivo Ue, la nuova versione del trattato “offrirà protezione degli investimenti rispecchiando gli standard riformati e modernizzati sviluppati dall'Ue nei suoi recenti accordi bilaterali, preservando il diritto dei governi a perseguire i propri obiettivi di politica pubblica, anche per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici”. “Abbiamo allineato l'Ect – si legge in una nota – all'accordo di Parigi e ai nostri obiettivi ambientali”.
Il nuovo trattato, “consentirà alle parti contraenti di escludere i nuovi investimenti relativi ai combustibili fossili dalla protezione degli investimenti e di eliminare gradualmente la protezione per gli investimenti già esistenti". La graduale eliminazione della protezione per gli investimenti in combustibili fossili "avverrà in un lasso di tempo più breve rispetto al caso di ritiro dall'Ect - prosegue la nota - sia per gli investimenti esistenti che per quelli nuovi: gli investimenti esistenti in combustibili fossili saranno gradualmente eliminati dopo 10 anni in base a norme modernizzate (invece di 20 anni secondo la normativa vigente) e dopo 9 mesi saranno esclusi i nuovi investimenti in combustibili fossili".
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