Le imprese europee percepiscono sempre di più i costi per l'efficientamento energetico come un ostacolo agli investimenti, anche se la transizione climatica rende il ricorso a questo tipo di iniziative sempre più necessario. Sono alcuni dei dati che emergono dal Report “What drives firm’s investment in climate action?” curato dalla Banca europea degli investimenti (Bei) sulla base dell’indagine annuale Eibis (con interviste a oltre 13.500 aziende di varie dimensioni di diversi settori).
Se la transizione sta diventando sempre più “una realtà vincolante” (il 58% delle aziende europee afferma che la propria attività è influenzata dai rischi fisici del cambiamento climatico), si legge nella relazione, nel 2021 gli investimenti in efficienza energetica hanno rallentato sulle due sponde dell’Atlantico, dove un numero crescente di aziende afferma che l'aumento dei costi energetici rischia di mettere un freno ai loro piani di investimento più ampi.
Il rapporto motiva la flessione 2021 con la pandemia. Ma indica anche che la percezione degli investimenti in efficienza come un ostacolo è aumentata nel corso degli anni, sebbene i dati mostrino come le aziende che investono in misure climatiche hanno meno probabilità di lamentarsi dei costi energetici. Nel complesso, le imprese dell'Ue spendono una quota molto piccola del loro budget di investimento totale in progetti di efficienza energetica, nonostante le crescenti preoccupazioni sui costi.
La disponibilità di finanziamenti è inoltre un problema che ostacola gli investimenti sul clima delle imprese, soprattutto in alcuni paesi. Il sostegno politico è quindi essenziale, conclude il rapporto.
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