Gli eurodeputati riuniti in sessione plenaria a Strasburbo voteranno il 6 luglio a mezzogiorno per respingere l’atto delegato della tassonomia Ue degli investimenti sostenibili che identifica gas e nucleare come attività di transizione. Se la maggioranza assoluta dell’Emiciclo (353 deputati) si esprimesse in tal senso, la Commissione europea dovrebbe modificare o ritirare la proposta. Nessuno si espone nel fare previsioni. Stime raccolte da Ansa tra osservatori da diverse istituzioni europee indicano che gli indecisi sarebbero ancora un centinaio.
Il gruppo politico più nutrito, il Ppe, non è riuscito a trovare una posizione comune e lascerà libertà di coscienza. Dentro Renew la frazione che vorrebbe una bocciatura è minoritaria. Anche nei banchi della Sinistra potrebbe non esserci l'unanimità. Ecr e Id dovrebbero votare per mantenere il progetto della Commissione europea, tenendo però conto che in Id vige la regola della preminenza dell'interesse nazionale. L'unica famiglia politica europea davvero compatta è quella dei Verdi. Gli S&D sarebbero in ampia maggioranza per il rigetto, ma nessuno mette la firma sull'unanimità del gruppo.
"Sarà una votazione serrata” dice all’ANSA Paul Tang (S&D, Paesi Bassi), uno degli eurodeputati che hanno firmato la mozione di rigetto. “Ma sono ottimista perché sempre più colleghi capiscono che classificare gas e nucleare significa rimetterci”, ha aggiunto. “L'Italia, ad esempio, non potrebbe beneficiare di un'etichetta verde per gli impianti nucleari, perché non potrebbe costruire in tempo le strutture di stoccaggio richieste” dall’atto delegato. “E per quanto riguarda il gas – conclude l’eurodeputato olandese – con i prezzi elevati sono sicuro che nessuno sta pensando a un numero ancora maggiore di impianti di gas in questo momento".
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