Impianto e target della Commissione, più flessibilità di attuazione per gli Stati. Così i ministri dell’Ambiente Ue hanno interpretato le due proposte di regolamento sui target nazionali per i settori non-Ets (cosidetto regolamento Effort Sharing, o ESR) e sull’assorbimento del carbonio da parte dei suoli (LULUCF).
Secondo i ministri, il target di riduzione delle emissioni al 2030 per il nuovo regolamento per i settori non coperti dall'Ets (trasporto marittimo nazionale, l'agricoltura, i rifiuti e le industrie di piccola taglia) dovrebbe essere del 40% rispetto al 2005, come suggerito dalla Commissione europea. Anche i target nazionali restano quelli assegnati dalla Commissione.
I ministri hanno aggiunto un riferimento al fatto che il raggiungimento degli obiettivi del regolamento richiede la convergenza degli sforzi di tutti gli Stati membri nel tempo, ma tenendo conto delle circostanze nazionali specifiche. Le traiettorie lineari delle emissioni per ciascuno Stato membro dovrebbero essere adeguate nel 2025, ma solo nel caso in cui ciò comporti limiti annuali più elevati per lo Stato membro interessato, per motivi di prevedibilità e in modo da tenere conto dell'impatto di eventi imprevisti come la pandemia di Covid.
L'approccio generale sull'ESR aumenta l'importo delle quote di emissione annuali che possono essere trasferite tra gli Stati membri al 10% rispetto agli anni dal 2021 al 2025 e al 20% rispetto agli anni dal 2026 al 2030. In pratica i ministri vanno in direzione contraria a quanto auspicato dall’Europarlamento e il punto si annuncia tra i più controversi del negoziato.
Per quanto riguarda il regolamento sull’uso dei suoli e silvicoltura (LULUCF, che copre l'uso di suoli, alberi, piante, biomassa e legname), il Consiglio ha confermato l'obiettivo generale di 310 Mt CO2 equivalenti di assorbimenti netti nel settore nel 2030 a livello dell'Ue (+15% rispetto ad oggi). Le attuali regole in base alle quali le emissioni non superano gli assorbimenti (la "regola del no debit") continueranno ad applicarsi fino al 2025. Il Consiglio ha convenuto di rafforzare la flessibilità per sostenere gli Stati membri che hanno difficoltà a raggiungere i propri obiettivi a causa di fattori al di fuori del loro controllo che incidono sul settore LULUCF, a condizione che l'Unione nel suo insieme raggiunga il suo obiettivo per il 2030.
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