Azzerare le emissioni di CO2 di auto e furgoni nuovi dal 2035: dopo essere stata approvata dalla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo, la proposta della Commissione europea passa anche in Consiglio dei ministri dell’Ambiente Ue. Vale a dire, via libera all’auto elettrica. Il testo adottato apre a un’unica possibilità per tecnologie alternative (ibride o carburanti sintetici), indicando che nel 2026 la Commissione dovrà valutare i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni del 100% e la necessità di riesaminare tali obiettivi tenendo conto degli sviluppi tecnologici, anche per quanto riguarda le tecnologie ibride plug-in e l'”importanza di una transizione praticabile e socialmente equa”, si legge in una nota del Consiglio Ue.
Ma i margini per deviare dalla traiettoria verso lo sviluppo dell’auto elettrica al momento sono nulli. Lo ha spiegato il vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans parlando nella conferenza stampa a margine del Consiglio Ue: solo se nel giro di pochi anni i costruttori saranno capaci di dimostrare di poter ottenere emissioni zero a costi accessibili con altre tecnologie, Bruxelles potrebbe prendere in considerazione norme per e-fuels e ibride.
Il target zero emissioni, ha detto Timmermans, è qualcosa "che le auto ibride ad oggi non possono conseguire, ma se i costruttori pensano di poterlo fare, vedremo, faremo le nostre valutazione nel 2026, dipende da loro", ha detto il Timmermans, evidenziando che il futuro sarà "elettrico". "La schiacciante maggioranza dei costruttori in Europa e nel mondo ha già fatto la sua scelta" in questo senso e "quella dei carburanti sintetici non sembra una possibilità realistica per via dei costi proibitivi".
"Niente di ciò che è stato deciso" dal Consiglio Ue "ci svierà dall'obiettivo fissato", ha proseguito il vicepresidente della Commissione, aggiungendo che "se i costruttori da qui al 2026 pensano di poter dimostrare di raggiungere certi obiettivi, lo prenderemo in considerazione con mente aperta". Secondo i ministri la deroga alle norme Ue sugli standard per i produttori di nicchia (meno di 10mila veicoli ogni anno) dovrebbe durare fino alla fine del 2035, e sono previste diverse deroghe per la categoria dei veicoli commerciali leggeri, richieste in particolare dall'Italia, come il ripristino del differenziale tra le curve dei valori limite per i furgoni più leggeri e quelli più pesanti che consente parità di condizioni tra produttori. Una specifica tecnica andata persa nella proposta della Commissione europea.
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