Rafforzare i criteri per definire la situazione occupazionale delle persone che svolgono un lavoro mediante piattaforme digitali e migliorare le loro condizioni di lavoro. Lo chiede il Comitato europeo delle Regioni nel parere elaborato da Yonnec Polet, assessore socialista al comune di Berchem-Sainte-Agathe in Belgio. Il CdR esprime inoltre preoccupazione per l'uso degli algoritmi e sottolinea che i lavoratori delle piattaforme devono sempre avere diritto a una decisione adottata da una persona responsabile o da un supervisore. Il parere è stato adottato dalla sessione plenaria il 29 giugno. Sullo stesso tema la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva.
Nella nuova legislazione sarà “essenziale classificare essenziale classificare correttamente le persone che lavorano mediante piattaforme in due categorie principali: i lavoratori subordinati e i veri lavoratori autonomi”, ha detto intervenendo alla plenaria del CdR la relatrice del Parlamento europeo per il provvedimento, Elisabetta Gualmini. “Poi serve eliminare il lavoro autonomo fittizio, contribuisce anche a garantire una concorrenza leale tra le imprese tradizionali e le piattaforme, e assicurando condizioni di parità per tutti i datori di lavoro – ha concludo – infine, la gestione algoritmica deve essere equa e trasparente".
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