Per mantenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi nel 2100, in linea con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi sul clima, l'Ue dovrebbe aumentare le installazioni di capacità rinnovabile (solare ed eolico) fino a 76 GW l’anno entro il 2026. E’ l'analisi del think tank britannico Ember. Le previsioni di Ember mostrano che, al ritmo di installazione attuale, nel 2026 l'UE aggiungerà solo 38 GW, la metà degli incrementi di capacità annui richiesti. Ai tassi di crescita attuali, solo quattro dei 27 paesi dell'Ue (Finlandia, Croazia, Lituania e Svezia) raggiungeranno aumenti annuali della capacità eolica sufficientemente elevati per allinearsi a 1,5°C.
Ember punta il dito sugli iter autorizzativi. Secondo la legislazione dell'Ue, ricorda il think tank, la concessione di autorizzazioni per progetti rinnovabili non dovrebbe superare i due anni, ma la situazione sul terreno è molto diversa. L'Italia, per esempio, dovrebbe installare solo un terzo della capacità annuale richiesta tra il 2022 e il 2026. Ma la lentezza delle concessioni è condizione generalizzata in Europa. Tra i 18 Paesi analizzati da Ember per i progetti eolici onshore, il tempo medio di autorizzazione ha superato in tutti i casi i due anni, in alcuni fino a cinque volte. Per il solare, il limite di due anni è stato superato in nove dei 12 Paesi analizzati, con ritardi fino a quattro anni.
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