Le comunità energetiche del gas sono qualcosa di molto raro in Europa, concentrate in soli tre Paesi. Ma una definizione normativa a livello Ue può promuovere la loro diffusione. E’ uno degli elementi che emerge da una dettagliata analisi sui costi e i benefici di alcune delle nuove norme per incentivare l’immissione in rete di gas “alternativi”, prevista dal pacchetto per l’idrogeno e la decarbonizzazione del settore gas proposto a dicembre 2021.
Lo studio guarda a tre aspetti: i compiti dei distributori per assicurare la qualità del gas, le comunità energetiche nel settore, e la partecipazione dei consumatori. Il rapporto indica che in confronto agli altri Paesi Ue per l’Italia i costi che i distributori dovranno sostenere per il monitoraggio della qualità è inferiore. Risulta inoltre molto ridimensionata, almeno rispetto all’importanza che assumono nel discorso politico a Bruxelles, la diffusione delle comunità energetiche in tutta Europa. Ne esistono poco più di 3mila, sono soprattutto sull’elettricità e concentrate in Germania, Danimarca e Austria. Di queste solo il 3% ha a che fare con il gas.
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