Garanzie bancarie come collaterale, marginalizzazione del Ttf e un meccanismo per frenare la volatilità eccessiva dei prezzi. Sono gli assi su cui lavorano i servizi finanziari della Commissione europea, spiega un documento della DG FISMA. Le prime proposte dovrebbero arrivare il 22 settembre dall’ESMA, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, per arginare la crisi di liquidità delle utilities dell’energia, che oggi a causa dei prezzi alti sono alle prese con ingenti esborsi in contanti come garanzia per poter stare sul mercato dei futures.
L'idea è di coinvolgere di più le banche, con l’aiuto dell’Autorità bancaria europea e della Banca centrale europea per fornire maggiori garanzie. Si punta anche a rivedere le regole che disciplinano i requisiti di garanzia per le richieste di margini per le società non finanziarie (NFC, Non Financial Counterparts, quali sono le utilities dell’energia). ESMA ha già prodotto un rapporto sulla soglia di compensazione per le Non Financial Counterparts, uno degli aspetti del problema su cui l’intervento Ue sarebbe più immediato.
Un secondo asse è rendere marginale il Ttf come riferimento nella formazione del gas in Europa, con la nascita di un indice Ue per le quotazioni. Ma rispetto alle succitate misure per la liquidità delle utilities, i tempi si annunciano più lunghi. Ristrutturare il benchmark per il gas passa da una rivoluzione di trasparenza, con un “hub europeo di segnalazione e consolidamento dei dati per tutti i dati sulle transazioni dalle consegne di gas all'Ue”, si legge nel documento della Commissione. Una volta raggiunto un livello sufficiente di copertura del mercato, l'hub di segnalazione stabilirà un benchmark ponderato per il prezzo sulla base dei dati sulle transazioni. Poi si dovrà scegliere un amministratore autorizzato dell'indice, quindi promuovere un mercato dei futures attivo che faccia riferimento al nuovo benchmark.
La terza strada che si intende percorrere a Bruxelles è un meccanismo per frenare la volatilità eccessiva dei prezzi. E' già previsto dalla Direttiva MiFID II, ma nessuna delle borse energetiche europee li applica in risposta alla volatilità dei prezzi del gas e dell'elettricità. La Commissione ha incaricato l’ESMA di analizzare i motivi di questa situazione con proposte concrete per superarla tra la fine di settembre e la metà di ottobre.
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