Il mercato del gas europeo rimarrà in tensione almeno fino al 2025, con condizioni che potrebbero tornare a livelli pre-Covid non prima del 2026-27. E’ l’analisi dell’Associazione europea dei produttori di gas e petrolio (Iogp) sulle opzioni di fornitura dell'Europa per sostituire il gas russo prima del 2030. Per Iogp Europa, il prezzo che l’Ue è disposta a pagare attirerà carichi competitivi di Gnl (da 90 miliardi di metri cubi nel 2021 a 200 miliardi di metri cubi nel 2025). La produzione dei giacimenti europei esistenti dovrebbe rimanere a 200 miliardi di metri cubi fino al 2030 (con la Norvegia che rappresenta il 50%), mentre aumenteranno le importazioni da gasdotti dalle regioni vicine.
Lo scenario include una riduzione significativa della domanda (70-100 miliardi di metri cubi nel 2023, scendendo a circa 20-50 miliardi di metri cubi nel 2025), poiché le famiglie e l'industria riducono i consumi per mitigare i prezzi elevati e passano alle energie alternative.
Dal 2026 in poi, man mano che volumi aggiuntivi saranno resi disponibili a livello globale, ci si può aspettare che la fornitura di gas in Europa si riequilibri e le condizioni di mercato tornino ai livelli pre-Covid. In questo frame temporale, Iogp prevede un calo della produzione interna a 120 miliardi di metri cubi, mentre la domanda di Gnl in Europa aumenta fino al 150% entro il 2040, a seconda delle ipotesi di scenario.
“Per garantire queste forniture – si legge in una nota Iogp – il quadro politico europeo deve sostenere i contratti a lungo termine necessari per sostenere la spesa in conto capitale in capacità di esportazione e importazione di Gnl”. L’appello è ai responsabili politici e alle autorità di regolamentazione di Usa e Ue, affinché “sostengano la produzione interna e la sicurezza degli approvvigionamenti, affrontando al contempo le restanti strozzature infrastrutturali”.
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