L’Italia resta nel gruppo dei paesi Ue considerati “innovatori moderati”, ma perde qualche punto e si piazza in 15a posizione nella graduatoria dei Paesi a più alto tasso di innovazione. Nello scoreboard 2022 stilato dalla Commissione europea, gli Stati vengono divisi in quattro gruppi: Svezia (in cima alla lista), Finlandia, Danimarca, Olanda e Belgio, leader dell'innovazione con prestazioni di innovazione ben al di sopra della media Ue; Austria, Cipro, Francia, Germania, Irlanda e Lussemburgo, forti innovatori con prestazioni superiori alla media; Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Italia, Lituania, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna, innovatori moderati con prestazioni inferiori. Seguono, come innovatori emergenti, con prestazioni ben al di sotto della media Ue, Bulgaria, Croazia, Ungheria, Lettonia, Polonia, Romania e Slovacchia.
Tra il 2021 e il 2022, 19 Stati hanno visto aumentare le loro prestazioni e 8 le hanno peggiorate (oltre all’Italia, Estonia, Francia, Germania, Lettonia, Lussemburgo, Malta e Romania).
Roma è a quota 91,6% della media Ue, in calo di 2,9 punti percentuali rispetto al rapporto 2021 ma sopra la media degli innovatori moderati (89,7%). La fotografia restituita dal rapporto è a luci e ombre: la prestazione del Paese sull’innovazione sta aumentando a un tasso superiore a quello della Ue (17,4% contro 9,9%) e lo scarto con la media Ue si sta riducendo, con punti di forza su produttività delle risorse, applicazioni per progettazione, innovazione di processi aziendali, sostegno pubblico alla R&S delle imprese. Le debolezze toccano invece l’occupazione con istruzione terziaria; la mobilità da posto di lavoro a posto di lavoro delle risorse umane in scienza e tecnologia; la spesa in R&S nel settore business; e le spese in capitale di rischio (venture capital); nelle tecnologie dell’ambiente; nelle esportazioni di beni a media e alta tecnologia.
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