Accelera il RePower EU, l’ambizioso Piano della Commissione europea per eliminare gradualmente le importazioni di importazioni di combustibili fossili dalla Russia. I ministri Ue dell'economia hanno superato l’ostacolo più difficile, quello del finanziamento. E anche l’Europarlamento si appresta a approvare la sua posizione. Obiettivo: RePower pienamente operativo entro la fine dell'anno, a nove mesi dalla prima Comunicazione e a sei dalla presentazione delle proposte concrete.
I ministri dell’economia hanno trovato un accordo lunedì scorso sugli emendamenti da apportare al regolamento di ripresa e resilienza per consentire agli Stati di aggiungere ai loro PNRR un capitolo RePower, con risorse aggiuntive. I ministri hanno confermato che le misure del RePower potranno essere finanziate con una piccola percentuale di fondi di coesione e sviluppo rurale, prestiti residui del programma Next Generation UE e 20 miliardi dal sistema di scambio delle quote di emissione (Ets).
Diversamente dalla Commissione europea, invece della vendita all'asta dalla riserva di stabilità del mercato Ets, il Consiglio opta per una combinazione del Fondo per l'innovazione Ets (75%) e dell'anticipo delle quote ETS (25%). Invece di distribuire i fondi con il criterio adottato per i PNRR, relativo alla pandemia, il Consiglio propone inoltre una formula che sintetizza criteri della politica di coesione (popolazione, Pil procapite) e dipendenza degli Stati membri dai combustibili fossili.
Gli Stati membri dovrebbero presentare il nuovo capitolo REPowerEU nei casi in cui desiderano richiedere finanziamenti aggiuntivi sotto forma di prestiti del Next Generation, sostegno a fondo perduto o risorse trasferite da programmi a gestione condivisa (coesione e sviluppo rurale). Inoltre, il Consiglio chiarisce che gli Stati membri potranno richiedere il sostegno del prestito fino al 31 agosto 2023, mentre la Commissione indicava 30 giorni dall’entrata in vigore delle norme.
L’Europarlamento ha già votato sulla parte Ets. Come anticipato la settimana scorsa, la commissione Ambiente, che ha competenza esclusiva su questa parte del regolamento, ha approvato un emendamento che corregge ma non stravolge la proposta della Commissione: restano i 20 miliardi, non si tocca la riserva ma si anticipa l'emissione delle quote, in modo da averne di più nell'immediato ma di averne di meno dal 2026, con un limite alla quantità anticipabile (frontloading cap). Il relatore Peter Liese ha dichiarato che la soluzione del Consiglio (Fondo Innovazione e riserva di stabilità) non gli piace affatto e che darà battaglia sul punto.
Ma prima l’Eurocamera deve completare il testo del suo parere. Le commissioni Economia e Bilancio lo voteranno il 25 ottobre, in plenaria a novembre, forse anche alla sessione prevista a Bruxelles il 9 e 10. Quindi, dicono fonti parlamentari, subito al negoziato per avere un accordo entro dicembre.
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