Niente rinnovabili di “prevalente interesse pubblico” e tempi più lunghi di quelli proposti dalla Commissione europea, sia per la mappatura e selezione delle aree di destinazione agli impianti e per la concessione dei permessi. E’ la posizione che sta prendendo corpo in Consiglio sulla parte del piano RePower che riguarda l’accelerazione dei permessi per le rinnovabili, per come emerge da un documento che ANSA ha potuto consultare. La discussione, apprende ANSA, il documento costituisce un punto di partenza per una discussione che entrerà nel vivo nelle prossime settimane. Anche l'Europarlamento sta costruendo la sua posizione, con un primo voto atteso per fine novembre.
Nel RePower, la Commissione europea ha proposto di aumentare i target 2030 per l’efficienza e le rinnovabili. Idea già bocciata dal Consiglio ambiente. Nella stessa occasione, però, gli Stati si erano espressi favorevolmente sulla necessità misure per accelerare i permessi. Ora cancellano la proposta di dare agli impianti per le rinnovabili lo statuto di “prevalente interesse pubblico”. E anche sull'altra ipotesi, di obbligare di identificare aree di destinazione con tempi di autorizzazione di un anno al massino, ora prevalgono le esigenze di flessibilità nazionali.
Secondo il documento letto da ANSA, i Paesi potranno, se lo vorranno, ridurre i tempi. Per tutto le altre misure, però, i governi si preparano a chiedere disposizioni meno rigide, con permessi che nelle aree di destinazione potrebbero arrivare in un anno e mezzo e in quelle normali a tre anni. Viene inoltre invocato il principio di precauzione nella selezione delle aree. A frenare gli Stati, secondo diverse fonti interpellate, è la forte opposizione sociale che alcuni grandi parchi eolici stanno incontrando in diversi Paesi europei.
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