Avanti piano ma avanti, con misure che tirano più fili per sciogliere il nodo dei prezzi del gas. Dopo ore di discussione i Capi di Stato e di Governo Ue hanno raggiunto un accordo sui prossimi passi da prendere per tenere il mercato sotto controllo con il minimo di interventi diretti. Nelle conclusioni del Consiglio Europeo c’è un tetto al prezzo del gas, un corridoio per ridurre la volatilità, la “riforma” del Ttf e anche gli acquisti comuni. Cioè gran parte delle proposte espresse dai Ventisette in questi mesi, e consolidate dalla Commissione europea il 18 ottobre. Restano alcune incognite e condizioni. Il percorso per tradurre il tutto in realtà potrebbe rivelarsi difficile.
L’accordo indica che l’azione Ue per proteggere famiglie e imprese va “intensificata e accelerata preservando l’integrità del mercato interno”. Per questo i leader Ue chiedono aggregazione obbligatoria della domanda di gas per un volume equivalente al 15% del fabbisogno di stoccaggio, un benchmark "complementare" al Ttf entro il 2023, “un corridoio di prezzo dinamico temporaneo”, per ridurre la volatilità, con tutte le salvaguardie del caso, identico a quello proposto dalla Commissione europea.
Particolarmente lunga e difficile si annuncia la gestazione di “un quadro temporaneo dell'Ue per fissare un tetto al prezzo del gas nella produzione di elettricità”. Che dovrà essere accompagnato da una “analisi costi-benefici” e non “modificare l’ordine di merito”, cioè il meccanismo che lega il prezzo del gas a quello dell’elettricità. In pratica, il modello iberico. Che però si basa su un aiuto di Stato. Nella soluzione accordata a Lisbona e Madrid per abbassare i prezzi dell'energia, il differenziale tra prezzo di mercato e prezzo amministrato lo pagano le due Capitali, con il placet di Bruxelles. Le conclusioni dei leader glissano su chi debba pagare in un meccanismo esteso all'Ue. Nel testo c'è un riferimento alla necessità di “mobilitare strumenti”, non è specificato se finanziari o di altra natura, per “aumentare la resilienza delle nostre economie, preservando al contempo la competitività globale dell'Europa e mantenendo la parità di condizioni e l'integrità del mercato unico”.
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