La distribuzione dei fondi addizionali per attuare il Programma RePower EU dovrebbe seguire il criterio della dipendenza dai combustibili fossili e l’accesso ai prestiti non utilizzati del RRF avvenire in tempi rapidi. Sono alcune delle proposte che i deputati delle Commissioni economia e bilancio riuniti in seduta congiunta metteranno ai voti martedì pomeriggio per definire la propria posizione negoziale sul finanziamento del Programma.
L’idea è avere un’ampia maggioranza per ottenere il via libera della plenaria in novembre e cominciare subito i colloqui con il Consiglio, puntando ad avere le nuove norme in vigore dal 1 gennaio. Secondo il testo approvato dagli Stati membri, i tempi per richiedere i prestiti non ancora utilizzati e disponibili nello strumento di ripresa e resilienza (RRF) dovrebbero allungarsi fino all’agosto 2023. L’Europarlamento dovrebbe invece allinearsi alla proposta della Commissione europea e indicare che i governi devono decidere entro 30 giorni dall’entrata in vigore delle norme. Le commissioni parlamentari non entreranno nel dettaglio della chiave di distribuzione dei fondi addizionali provenienti dall’Ets, ma proporranno che i Paesi ad avere priorità siano quelli con maggiore dipendenza dalle fonti fossili.
Lunedì si riuniscono i ministri dell’Ambiente, in agenda l’approvazione dei mandati negoziali per la Commissione europea nella Cop 27 sul clima e nella Cop 15 sulla biodiversità e l’adozione formale del Regolamento sugli inquinanti organici persistenti nei rifiuti. Martedì è la volta del Consiglio Energia. La presidenza ceca proverà a raggiungere una posizione comune sulla proposta di regolamento sull’efficienza energetica degli edifici. L’elemento su cui gli sherpa stanno avendo le discussioni più intense è l’articolo 9 della bozza, che riguarda gli obblighi di standard minimi di prestazione energetica.
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