Sistema di scambio di emissioni, dazio sulla CO2, tecnologia, finanza, oceani e deforestazione sono le sei aree in cui Pechino e Bruxelles “dovrebbero e potrebbero” rafforzare la loro cooperazione, nonostante le persistenti divergenze. Lo sostiene il think tank Jacques Delors Europe in un documento firmato dall’ex direttore del Wto Pascal Lamy.
Sul sistema di scambio di emissioni, Lamy ricorda che l’Ets rappresenta un importante punto di contatto tra l'Ue e la Cina, qualcosa che, ad esempio, l'Ue non condivide con gli Stati Uniti. L'Ets cinese è stato ispirato dall'Ue e Bruxelles dovrebbe aiutare la Cina, soprattutto attraverso la condivisione di esperienze.
La tassa sulla CO2 alle frontiere (Cbam) è invece un’area di divergenza conclamata. La Cina ha contestato pubblicamente il Cbam. Ma secondo Lamy, c’è il margine per ragionare su una misura che in fondo colpirebbe solo una frazione marginale dell’export cinese (acciaio e alluminio), che pesa solo per un miliardo l’anno a fronte di un valore totale degli scambi stimato a 350 miliardi l’anno.
Nel campo delle tecnologie, Lamy indica la cattura della CO2, il nucleare e la geoingegneria come settori in cui una cooperazione tra Cina e Ue potrebbe accelerare. La deforestazione e gli oceani sono priorità dichiarate sia di Pechino che di Bruxelles, continua Lamy, come la mobilitazione della finanza e dei fondi privati per sostenere lo sforzo di decarbonizzazione.
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