Contratti per differenza per il carbonio (CCfDs), per mantenere un prezzo della CO2 su livelli che lo rendano efficace per ridurre le emissioni senza deprimere gli investimenti. E’ il tema di uno studio di Climate Strategies, commissionato dall’eurodeputato Henrike Hahn (Verdi, Austria). Un primo contratto simile a un CCfD è stato aggiudicato nei Paesi Bassi.
A livello europeo, la proposta revisione della Direttiva Ue-Ets introduce il CCfD come un nuovo approccio per la distribuzione delle risorse attraverso il Fondo per l'Innovazione. I CCfDs servono per attenuare l’incertezza sulla futura tariffazione della CO2, le preoccupazioni sull'efficacia del proposto meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) e l'eventuale effetto di politiche anti-crisi sul prezzo della CO2.
Secondo Climate Strategies lo strumento ha grande potenziale per finanziare la transizione, ma è tutt’altro che una bacchetta magica e necessita di essere inquadrato in “una politica industriale mirata”, aiutando l'Ue e gli Stati membri a rendere il futuro consumo di energia dell'industria meno dipendente dalle importazioni di combustibili fossili diversificando il mix energetico.
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