Un laboratorio urbano di innovazione sociale ed ambientale incastonato come una gemma tra le Prealpi della Chartreuse e del Vercors, e la catena montuosa di Belledonne. È la città francese di Grenoble, Capitale Verde europea per il 2022, il prestigioso riconoscimento istituito dalla Commissione europea nel 2010, conferito ogni anno ad una città europea che si sia distinta per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Il titolo viene attribuito da una giuria di esperti dell’esecutivo comunitario sulla base di dodici parametri, che spaziano dalla qualità dell’aria ai rifiuti, dalla biodiversità all’uso sostenibile del suolo, dall’eco-innovazione alla mobilità urbana sostenibile.
Grenoble, premiata per il forte impegno nella mitigazione del cambiamento climatico e nel miglioramento dell’efficienza energetica, festeggia ora i tanti traguardi verdi raggiunti quest’anno, dal dispiegamento di 2,100 scooter elettrici nell’area metropolitana, all’apertura di un nuovo spazio dedicato all’economia circolare. E ancora il lancio del piano “un albero, un residente” con cui si punta a piantare un milione di alberi entro il 2028 nel dipartimento di Isère, di cui Grenoble è capoluogo. La capitale verde europea è stata anche teatro di numerosi eventi a carattere ambientale: uno tra tutti, il festival svoltosi a maggio “48 ore per l’agricoltura urbana”, una due giorni di riflessioni sull’alimentazione e il suo impatto sul pianeta e la salute.
“Grenoble è una città che dà il benvenuto al mondo e all’innovazione in molti settori: questioni sociali, democrazia, scienza e naturalmente ambiente” racconta il sindaco della città francese, Éric Piolle. “Essere insigniti del titolo di capitale verde europea è un riconoscimento fantastico per le azioni già messe in atto. È anche un’opportunità per avviare altre transizioni, trasformando la nostra regione ed affrontare le sfide sociali e climatiche” prosegue ancora il primo cittadino che promette di far diventare Grenoble “una città a emissioni zero nei prossimi dieci anni”.
L’impegno green quindi non si ferma qui, come dimostrano i cantieri del quartiere Flaubert, un distretto ecologico che sorge sulle ceneri di quello che un tempo era un sito industriale. Edifici residenziali, scuole, uffici e ristoranti costruiti con materiali biobased e progettati per migliorare la qualità dell’aria e limitare il consumo di energia. Cuore del progetto è l’haut bois, un edificio di nove piani in legno, realizzato in modo tale da resistere al freddo invernale e alla calura estiva e da stoccare l’equivalente di 1,500 tonnellate di CO2. Altro fiore all’occhiello del quartiere è il bar Radis, duemila metri quadri di ristorante, situato su una terrazza e dotato di un orto orbano e di una serra che provvedono al 20-30% del fabbisogno del bar. Un luogo sperimentale e partecipativo dove si tengono tra l’altro laboratori di produzione agricola per professionisti e non. Perché ciascuno possa sentirsi parte attiva nella lotta al cambiamento climatico.
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