“Vi invito vivamente ad esentare le famiglie dal nuovo sistema di mercato, perché una casa calda d'inverno non deve essere un bene di mercato, ma un diritto dei cittadini”. Lo chiede la ministra polacca per il clima Anna Moskwa in una lettera fatta trapelare dal governo di Varsavia e indirizzata al vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, al relatore sulla riforma dell’Ets dell’Europarlamento Peter Liese e vicepremier ceco Marian Jurecka. Ovvero: i negoziatori capo della nuova legislazione sull’Ets, che prevede di costruire un mercato per dare un prezzo alla CO2 emessa dai trasporti su gomma e dal riscaldamento domestico (Ets 2).
“Ho sentito alcuni suggerire di non escludere le famiglie ma di fornire invece ‘freni di emergenza’ – si legge nella lettera – è come mandare i cittadini europei a valle in un'auto senza benzina e dire loro: ‘tranquilli, in caso di emergenza Bruxelles tirerà i freni’. Mettiamoci d’accordo solo sul fatto in quella macchina i cittadini europei non ci devono entrare”.
Anche se Moskwa con la sua richiesta di escludere dal nuovo sistema Ets le famiglie si allinea all’Europarlamento, la risposta più dura arriva proprio dal rappresentante dell'Emiciclo. “Ho letto la lettera della Polonia – ha detto Peter Liese (Ppe, Germania) ai giornalisti – provo a lavorare insieme a loro”, ma Varsavia “non accetta nessun tipo di compromesso sull’Ets per ragioni ideologiche e politiche”. “Siamo pronti a discutere di tutto – ha aggiunto – ma la verità è che la Polonia è fuori dal processo negoziale, anche nel Consiglio Ue ha votato contro qualsiasi ipotesi di riforma”.
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