Si annuncia battaglia alla commissione Industria dell'Europarlamento in vista del primo voto sulla nuova direttiva per l'efficienza energetica degli edifici. Gli eurodeputati avrebbero dovuto esprimersi il 24 gennaio, ma l’appuntamento è stato rimandato alla prima settimana di febbraio, quella del 6. Al momento, la conta è prevista per il 9. Pesa lo smaltimento di quasi 1.600 emendamenti alla proposta della Commissione europea.
Il rapporto presentato dal relatore irlandese Ciarán Cuffe (Verdi europei) modifica in 289 punti il progetto di direttiva presentato dalla Commissione europea a fine 2021. Gli eurodeputati, dal canto loro, hanno già depositato altri 1.279 emendamenti, in buona parte per sottolineare che l'impianto proposto dall'Esecutivo Ue non tiene conto della nuova realtà economica dopo l'invasione russa dell'Ucraina. In tutto quindi le modifiche proposte sono 1.568. I Gruppi politici del Pe stanno lavorando per ridurle attraverso compromessi e limature del testo.
Nel suo rapporto, Cuffe introduce obblighi di ristrutturazione più stringenti a fronte di maggiori tutele sociali per i proprietari, con l'utilizzo del Fondo sociale per il clima e dei finanziamenti del Recovery come garanzia per un quadro di sostegno specifico tramite strumenti finanziari. Il relatore vorrebbe anche inserire nella direttiva ambiziosi target per le pompe di calore e incoraggiare i Paesi Ue a promuovere "ristrutturazioni di comunità" a livello di quartiere.
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