La Francia punta in modo sempre più convinto sul nucleare. Con un emendamento presentato durante la discussione al Senato sul progetto di legge per accelerare la costruzione di nuovi reattori atomici, il governo Borne cancellerà l'obiettivo di ridurre al 50% la quota del nucleare nella produzione di energia elettrica, contro oltre il 75% di oggi.
La norma era stata voluta dall’ex presidente François Hollande nel 2015, in una delle leggi che il socialista considerava una delle priorità del suo quinquennio all’Eliseo: ridurre la dipendenza francese del nucleare a favore di un nuovo modello di consumo e produzione di energia, con maggiore attenzione all’efficienza e alle energie rinnovabili, e minori investimenti su combustibili fossili e atomo.
Con la presidenza di Emmanuel Macron, il vento ha cambiato direzione. Già nel 2019 la scadenza per il raggiungimento del 50% era stata posticipata al 2035, mentre la legge 2015 prevedeva un orizzonte al 2025.
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