La Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica sulla riforma dell'assetto mercato Ue dell'elettricità "per proteggere meglio i consumatori dall'eccessiva volatilità dei prezzi, sostenere il loro accesso a energia sicura da fonti pulite e rendere il mercato più resiliente". La consultazione sarà aperta fino al 13 febbraio.
Dopo aver raccolto i pareri delle parti interessate, tra le quali i governi Ue, Bruxelles intende presentare la sua proposta di riforma entro il primo trimestre del 2023, per nuove norme che “dovrebbero essere attuate rapidamente e su base permanente”, si legge nel testo che accompagna il questionario di consultazione, con indicazioni sugli strumenti che la Commissione sta prendento in considerazione per costruire un mercato “più resiliente”.
Per mesi al centro del dibattito politico c’è stata la separazione del prezzo dell'elettricità dal prezzo del gas (decoupling). Ma più che di fine del decoupling in termini regolamentari, il documento fa riferimento a un “decoupling reale” attraverso l’incentivazione dei contratti a lungo termine e altre misure. “E’ necessario – si legge nel documento della Commissione – integrare il quadro normativo che disciplina i mercati a breve termine con ulteriori strumenti che incentivino l'uso di contratti a lungo termine per garantire che le bollette energetiche dei consumatori e delle imprese europee - e i ricavi dei produttori inframarginali - diventino più indipendenti dalla fluttuazione dei prezzi nei mercati a breve termine (spesso guidati dai costi dei combustibili fossili) e quindi più stabili su periodi di tempo più lunghi”.
La Commissione sta esaminando i contratti di acquisto di energia a lungo termine (Ppa), e “suggerirà modi in cui la loro quota nel mercato globale dell'elettricità può essere aumentata e la loro diffusione incentivata”. Altra opzione presa in considerazione è quella dei contratti per differenza. Nati per incentivare le rinnovabili in una fase di prezzi bassi, con gli Stati a versare la differenza tra prezzo di mercato e un prezzo concordato nel contratto, questo tipo di accordi può funzionare anche all’inverso, consentendo agli Stati di drenare direttamente dagli operatori risorse per misure a favore di imprese e famiglie quando i prezzi dell’energia sono molto alti.
La Commissione vuole anche rafforzare le fonti energetiche continue (funzione oggi svolta in modo preponderante dal gas) alternative, come “risposta alla domanda, accumulo di energia e altre fonti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio indipendenti dalle condizioni meteorologiche”. Altri aspetti della proposta di riforma riguarderanno l'eventuale mantenimento di alcune misure anti-crisi varate in questi mesi, maggiore trasparenza per i consumatori e un rafforzamento del meccanismo contro la manipolazione del mercato.
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