Semplificazione delle norme per un accesso più rapido ai finanziamenti, riqualificazione della forza lavoro e accordi commerciali per le materie prime critiche. Sono i quattro pilastri del Green Deal Industrial Plan for the Net-Zero Age, la strategia che la Commissione europea mette in campo per provare a rispondere all'Ira del presidente americano Joe Biden. Ira sta per Inflation Reduction Act, la legislazione statunitense che taglia le tasse e sussidia le imprese nazionali alle prese con la transizione verde. Con il documento, la Commissione conferma di voler ulteriormente allentare i vincoli sugli aiuti di Stato fino al 2025. Una consultazione con i governi europei è aperta fino al 13 febbraio, con un probabile input da parte del vertice dei leader Ue previsto per il 9 e 10 febbraio. Le nuove regole per i sussidi pubblici arriveranno presto.
La Commissione lancerà anche un Fondo per la “sovranità europea”, dai contorni ancora molto vaghi, nell’ambito della revisione di metà percorso del quadro finanziario pluriennale prevista per l’estate. Si tratta della formalizzazione dell’annuncio fatto dalla presidente dell’Esecutivo Ue Ursula von der Leyen a Davos.
Al di là di questo, gli altri atti legislativi annunciati dal documento erano già previsti o riguardano piccole modifiche e adattamenti del quadro normativo attuale: riforma del mercato elettrico, atto legislativo sulle materie prime critiche, nuove linee guida per i fondi per la ripresa e la resilienza, maggiore flessibilità sulla modifica dei Pnrr per rafforzare i progetti per la transizione. La Commissione vuole inoltre estendere il modello dell’accademia per le batterie a tutti i settori “net-zero”, per stimolare la riqualificazione professionale, e sfruttare il suo status di potenza commerciale per stringere patti e creare “club” di Paesi sulle materie prime critiche.
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