L'Europa ha accelerato la sua transizione elettrica in risposta all'invasione russa dell'Ucraina nel 2022. Sono le conclusioni di uno studio del think tank Ember. L'eolico e il solare – fa notare il paper – hanno generato il 22% della fornitura totale di elettricità, superando il gas fossile (20%) e rimanendo al di sopra del carbone (16%).
Ma gas e carbone non hanno diminuito la loro quota più di tanto a causa della siccità record dell’estate 2022, che ha fatto crollare la produzione di energia idroelettrica. I problemi ai reattori nucleari francesi hanno portato a un ulteriore gap di 185 terawattora, il 7% della domanda totale di elettricità. Questo divario è stato compensato per l’85% da una maggiore produzione eolica e solare, e il resto da gas e carbone. Soprattutto quest’ultimo ha fatto registrare un aumento del 7% dei consumi, e del 3,9% delle emissioni complessive del settore energetico Ue.
Insomma, i dati del think tank indicano che non c’è stato il massiccio ritorno al carbone da molti paventato all’inizio della crisi energetica e poi con l’invasione russa dell’Ucraina. Secondo Ember, la produzione di elettricità da combustibili fossili diminuirà del 20% nel 2023, con l'energia idroelettrica quasi tornata a livelli normali, la flotta nucleare francese che tornerà in linea e nuova capacità eolica e solare.
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