Un documento ancora troppo vago sui dettagli, con poca attenzione alle rinnovabili e alla durata degli investimenti. Così SolarPower Europe commenta il Piano industriale net-zero presentato dalla Commissione europea. “L'attenzione della politica industriale alle catene di approvvigionamento di energia rinnovabile critiche è una buona cosa – di legge in una nota dell’organizzazione – ma siamo preoccupati per la mancanza di focus” oggi che “la geopolitica energetica viene ridisegnata specificamente attorno alla tecnologia solare”. SolarPower Europe critica anche la tempistica dei sussidi: “Le revisioni degli aiuti di Stato si applicheranno fino al 2025, mentre Gli Stati Uniti operano su un periodo di 10 anni. Avremmo preferito flessibilità fino al 2030”.
Più positiva Eurocommerce che tuttavia sottolinea come “qualsiasi misura di competitività e la risposta dell'Ue alla corsa globale ai sussidi devono mantenere il mercato unico in primo piano e al centro”.
“Il piano industriale del Green Deal deve fornire un business case per gli investimenti in Europa paragonabile a quello statunitense, altrimenti, i progetti di acciaio verde e altri investimenti in tecnologie pulite rischiano di non realizzarsi in Europa”, avverte Eurofer.
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