Imporre target nella riforma del mercato elettrico, come per esempio un certo volume di contratti a lungo termine, “è probabilmente la via su cui incamminarsi” perché “se non viene proposto un target a livello Ue ci sono dubbi sulla forza del sistema elettrico di generare spontaneamente il volume sufficiente” a ottenere i risultati della riforma.
A parlare è Edoardo Righetti, coautore insieme a Francesco Gazzoletti e Christian Egenhofer di un rapporto del Ceps sulla riforma del mercato elettrico Ue. “Per noi la soluzione più semplice sarebbe fissare un obiettivo per i rivenditori di energia elettrica, non per i produttori”, aggiunge, “lasciando agli Stati membri la decisione finale su quanto centralizzare i rispettivi sistemi”.
“C’è un consenso piuttosto ampio sul concetto che non bisogna intervenire in modo radicale”, spiega Righetti, per il quale “completare il quadro normativo del mercato elettrico e non sostituirne dei pezzi è l’unico modo per avere misure efficaci in un tempo relativamente breve ed evitare che le elezioni europee blocchino qualsiasi tentativo di riforma, con il rischio è di dover ripartire da zero”.
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