Il Regno Unito può realizzare un sistema elettrico “affidabile, resiliente e decarbonizzato” entro il 2035 con “soluzioni flessibili a basse emissioni di carbonio e la piena attuazione dei suoi attuali impegni in materia di energie rinnovabili e nucleare”. E’ il messaggio principale del rapporto Delivering a reliable decarbonised power system del Climate Change Committee (Ccc) del Regno Unito, organo indipendente istituito con il Climate Change Act del 2008 per fornire consulenze a Londra e alle altre capitali del Regno.
La flessibilità del sistema, scrivono i consulenti del governo britannico, dovrà essere garantita da un energy mix che include tutte le soluzioni per decarbonizzare: rinnovabili e nucleare, meccanismi che premiano i risparmi dei consumatori, reti intelligenti, assorbimento del surplus tramite elettrolizzatori per produrre idrogeno, cattura e stoccaggio della CO2 (CCS), turbine a idrogeno al posto di quelle a gas, stoccaggio a breve (batterie) e lungo termine (accumulo di energia a aria compressa, idrogeno e CCS), miglioramento della connettività tra le diverse parti della rete.
Secondo il rapporto, la trasformazione del sistema elettrico britannico “offre opportunità di crescita”. “Attualmente – si legge nel documento – oltre 31mila persone in tutto il Regno Unito sono impiegate solo nell'eolico offshore: questo numero è destinato a salire a 97mila entro il 2030, trainato da 155 miliardi di sterline di investimenti privati, con ulteriori investimenti e occupazione nel solare e nell'eolico onshore”.
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