“Non mi spiego perché la Commissione non abbia ancora effettuato un’analisi per dare una giustificazione economica all’idea di un Fondo la sovranità europea, solo con questa motivazione il governo tedesco potrebbe accettarlo”. Così il vicedirettore del Centro Jacques Delors di Berlino Nils Redeker risponde all’ANSA circa il pezzo annunciato ma mancante del Piano industriale per il Green Deal, durante una conferenza web organizzata dalla European Climate Foundation.
"A dicembre – ricorda Redeker – i leader Ue avevano chiesto alla Commissione cosa servisse per rispondere all’I.R.A. americano" ma Palazzo Berlaymont "ancora non ha prodotto un’analisi completa di tutti i bisogni e non capisco perché". Solo dando solide giustificazioni economiche per l’istituzione di un Fondo per la sovranità a sostegno delle filiere tecnologiche pulite, “la situazione potrebbe cambiare da come è ora”, aggiunge.
Se la Commissione non stimola il dibattito lo scenario resterà come è adesso, sostiene Redeker. Nello status quo, il fondo si annuncia “molto piccolo, anche perché la revisione di medio periodo del quadro finanziario pluriennale” in cui lo strumento dovrebbe trovare posto, “non ha mai visto grandi modifiche ai tetti di spesa, la Commissione troverà un paio di miliardi nelle pieghe del bilancio Ue, per poi affidarli alla Banca europea degli investimenti che applicherà un moltiplicatore e così magicamente si potrà presentare come un grande fondo” e l’Esecutivo Ue “potrà salvare la faccia”.
Nella prospettiva tedesca, prosegue Redeker, “una parte del governo potrebbe teoricamente essere favorevole al fondo, ma la Commissione deve fare quello che finora non ha fatto, sgombrare il campo dalle incertezze con un’analisi robusta per spiegare perché" il fondo "serve e questa operazione va fatta nei prossimi due mesi, altrimenti non ci sarà più tempo”.
Guardando più in generale al Piano industriale Net-Zero, “l'Europa deve decidere in cosa deve essere brava e perché – spiega Redeker – ora sembra che l'Europa voglia vincere l'intera corsa al cleantech, e probabilmente non funzionerà”. “Non abbiamo bisogno di rispecchiare tutto ciò che fa l'I.R.A. – conclude – per trovare una risposta europea, dobbiamo elaborare in modo molto strategico quelle che dovrebbero essere le priorità europee”.
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