L'Olanda e la Francia si sono allineati a molti altri Paesi occidentali con il divieto di installare l'app di TikTok sui telefoni di servizio dei funzionari pubblici. Quella che finora è stata una raccomandazione diventerà un obbligo, ha fatto sapere la segretaria di stato olandese Alexandra van Huffelen con una lettera inviata al Parlamento. Secondo le indicazioni fornite nella lettera, presto tutti i telefoni di servizio saranno programmati per consentire l'installazione solo di app pre-autorizzate. E tra queste TikTok non ci sarà.
Parigi ha vietato anche la piattaforma Usa Netflix sui telefoni professionali di circa 2,5 milioni agenti della funzione pubblica. Queste applicazioni, sottolineano fonti vicine al ministro della Funzione Pubblica francese, Stanislas Guerini, presentano "rischi in materia di cybersicurezza e di protezione dei dati dei funzionari pubblici e dell'amministrazione".
Sull'altra sponda della Manica, il bando imposto dal governo britannico all'uso del social network cinese Tik-Tok sugli smartphone e sui 'device' usati per lavoro nei ministeri è stato esteso a tutti i dispositivi e alla rete wifi di Westminster per i timori relativi alla sicurezza informatica. L'iniziativa è stata resa pubblica mentre negli Usa era in corso l'audizione al Congresso dell'amministratore delegato di TikTok, Shou Chew: all'avvio dei lavori, la sua app è stata immediatamente attaccata dai deputati americani. Per quanto riguarda il Parlamento britannico, Tik-Tok può ancora essere utilizzato sui dispositivi personali che non sono connessi alla rete di Westminster. Una decisione simile è stata presa in Scozia, per i telefoni e gli altri dispositivi governativi.
E proprio negli States l'amministratore delegato di TikTok si è presentato davanti a un Congresso a dir poco ostile. In un raro slancio bipartisan i deputati americani hanno attaccato senza sosta Shou Zi Chew per ore, senza che il giovane Ceo ex stagista di Facebook ed ex Goldman Sachs riuscisse a difendersi. Le sue parole e le sue rassicurazioni sono cadute nel vuoto e non hanno fatto altro che compattare ancora di più il fronte dei parlamentari, all'interno del quale l'unica voce risultata fuori dal coro è stata quella del democratico progressista Jamassl Bowman, l'unico a difendere la piattaforma vittima, a suo avviso, "dell'isteria" anti-cinese". A complicare il compito di Shou Zi Chew ancor prima dell'inizio dell'audizione alla Camera sono state le parole giunte da Pechino che, senza mezzi termini, ha avvertito che si opporrà con forza alla proposta dell'amministrazione Biden di vietare l'app negli Stati Uniti nel caso in cui i suoi proprietari cinesi non decidano di vendere le loro quote.
Affermazioni che i deputati hanno preso come una conferma dello stretto rapporto fra TikTok e il regime. "Non ho visto alcuna prova" sull'accesso di Pechino ai dati degli utenti dell'app, ha replicato Shou Zi Chew, assicurando di non aver mai avuto alcuna discussione con funzionari del governo cinese nella sua qualità di amministratore delegato. "La sicurezza è la nostra priorità. Non vendiamo dati ai broker. Siamo impegnati alla trasparenza. Non saremo influenzati da alcun governo", ha aggiunto il 40enne di Singapore, lasciando però capire che i legali di ByteDance sono stati in parte coinvolti nella sua preparazione per l'audizione e che alcuni dati di utenti americani sono ancora accessibili a dipendenti cinesi della società. Chew quindi ha precisato che, nel suo ruolo, riporta direttamente all'amministratore delegato di ByteDance. Al repubblicano della Florida Neal Dun che gli chiedeva se ByteDance avesse spiato gli americani, come emerso da alcune indiscrezioni, l'amministratore delegato ha risposto: "Non credo che la parola spionaggio sia il termine adatto". Poi ha messo in evidenza come molti dei timori sulla sicurezza nazionale sollevati siano basati sulla "speculazione" di ciò che la Cina "potrebbe fare". Risposte ritenute evasive e non soddisfacenti che lo hanno messo all'angolo riportando alla memoria la performance di Mark Zuckerberg e di altri big dell'hi-tech davanti al Congresso.
Non lo ha aiutato neanche l'ammettere che ai suoi due figli non permette di usare TikTok: "Vivono a Singapore dove non ci sono le stesse tutele" che in altri Paesi per gli under 13, ha spiegato senza successo ai deputati che lo attaccavano sulla sicurezza della piattaforma. "Dall'audizione mi aspettavo risposte, invece solleva ancora più domande", ha commentato irritata la democratica Lisa Blunt Rochester. Per Shou Zi Chew insomma una giornata complicatissima, segnata anche dalla volata a Wall Street di Meta e degli altri social rivali di TikTok che trarrebbero enormi vantaggi nel caso in cui l'app fosse vietata.
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