Dopo l’Europarlamento, anche il Consiglio Ue ha ratificato i primi tre importanti atti legislativi del pacchetto clima “Fit for 55”, lanciato nel 2021 come il più imponente insieme di misure per l’attuazione del Green Deal Ue.
Si tratta del regolamento sugli standard di emissioni di CO2 per auto e furgoni, del regolamento sui contributi nazionali alla riduzione di emissioni per settori come agricoltura e trasporti, e del regolamento sull’uso dei suoli. Il Consiglio ha anche approvato una decisione per adattare al nuovo quadro la riserva stabilizzatrice del mercato Ue della CO2, primo pezzo della riforma dell’Ets.
Il primo, che ha come conseguenza lo stop alla vendita delle auto nuove con motore a diesel e benzina dal 2035, è stato il più difficile da portare a termine. Dopo l’accordo siglato a fine 2022 da Europarlamento e Consiglio Ue, e la sua ratifica da parte della plenaria dell’Eurocamera e degli ambasciatori dei Ventisette, l’iter ha subito rallentamenti per il cambiamento di parere di Italia e Germania, con quest’ultima soprattutto a fare da ago della bilancia.
Dopo un mese di trattative, Berlino è tornata ad appoggiare l’accordo dopo che la Commissione si è impegnata per iscritto a proporre atti legislativi sugli e-fuel. Il percorso indicato dalla Commissione è quello dell'atto delegato in prima istanza, e della (già prevista) revisione di medio termine del 2026 come ultima. Scelta sofferta a Palazzo Berlaymont, con le iniziative in arrivo che molto probabilmente guarderanno a "elettro-carburanti" fatti con CO2 da Direct Air Capture, ed escluderanno la CCUS. Una tecnologia e una filiera produttiva tutte da inventare, su cui la Commissione ha concesso, obtorto collo, il beneficio del dubbio. Dubbi che non ha sui biocarburanti, su cui l’Italia chiedeva un'apertura. Problemi di approvvigionamento di biomassa vegetale in scala sufficiente a rifornire milioni di automobili, emissioni indirette dalla messa in coltivazione di nuove terre e competizione con le colture alimentari sono contro la sostenibilità dell'opzione biofuel. L'Italia, però, sostiene di avere solidi argomenti per poter dimostrare il contrario.
La revisione del regolamento sulla “condivisione degli sforzi” (Effort Sharing Regulation, Esr) stabilisce obiettivi annuali vincolanti di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per gli Stati membri in settori attualmente non inclusi nel sistema di scambio di quote di emissione dell'Ue (Ets). Il testo finale mantiene la proposta della Commissione europea di aumentare l'obiettivo di riduzione delle emissioni per i settori Esr (edilizia, agricoltura, rifiuti, piccola industria e trasporti) dal 29% al 40% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005. Per l’Italia, il target è del 43,7%.
Il regolamento LULUCF (Land Use, Land Use Change, and Forestry) si propone come una cura ricostituente per l’assorbimento della CO2 dalle foreste, che nonostante l'aumento delle superfici in alcuni Paesi hanno perso in capacità di catturare carbonio. Il regolamento aumenta l'obiettivo dell'Ue per l'assorbimento netto di carbonio da parte dei “pozzi” naturali a 310 milioni di tonnellate di CO2 equivalente entro il 2030, con misure per invertire la tendeza.
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