Dal 1° gennaio 2024 ogni impianto di riscaldamento di nuova installazione in Germania dovrà essere alimentato con almeno il 65% di energie rinnovabili. Tra le tecnologie ammesse c'è l’idrogeno. Lo stabilisce l’accordo raggiunto dal governo di Berlino dopo un mese di trattative. Come nel caso degli standard di emissione delle automobili e dei furgoni, a dividere la coalizione è ancora il principio della “neutralità tecnologica”.
Un emendamento sui boiler all’idrogeno, appoggiato dalle forze di centro-destra tedesche, era spuntato anche nel dibattito sulla nuova direttiva per la performance energetica degli edifici in commissione Industria dell’Europarlamento, tra le misure per la stretta alle caldaie alimentate a fonti fossili. La modifica era stata poi stata bocciata per motivi di sicurezza e di efficienza. "Il riscaldamento degli edifici è il migliore esempio di settore per il quale esistono molte opzioni di decarbonizzazione molto più efficienti dal punto di vista energetico, economico e di risparmio delle risorse rispetto all'uso dell'idrogeno: in primo luogo, le pompe di calore elettriche. Da un punto di vista sistemico, all'elettrificazione diretta deve sempre essere data la preferenza rispetto all'idrogeno, ove possibile", commenta Luisa Kessler, responsabile dell'economia sostenibile dell'idrogeno dell’ufficio di Berlino della Fondazione Bellona.
La bozza di disegno di legge di Berlino stabilisce che i sistemi di riscaldamento a idrogeno (“H2-ready”) possano essere installati se esiste un piano vincolante di investimento e trasformazione per le reti a idrogeno. Dovranno funzionare con almeno il 50% di biometano entro il 2030 e con almeno il 65% di idrogeno dal 2035. Sistemi di riscaldamento ibridi, come il riscaldamento a gas con una pompa di calore, e il riscaldamento con almeno il 65% di idrogeno saranno consentiti non solo negli edifici esistenti ma anche in quelli nuovi.
L'idrogeno blu (prodotto da gas naturale e CCS) potrà essere consentito solo se conforme alla tassonomia dell'Ue. L'energia solare termica, le stufe a legna o il riscaldamento a pellet devono essere considerate opzioni per i proprietari di case per raggiungere l'obiettivo del 65% di energie rinnovabili, oltre alle pompe di calore e al teleriscaldamento. Gli impianti esistenti possono continuare a funzionare, sono esentati dalle nuove norme i proprietari di abitazioni più vecchie di 80 anni o coloro che beneficiano dell’assistenza sociale. Il governo federale, inoltre, si è impegnato a introdurre un regime di rottamazione delle vecchie caldaie. Il ministro dell'economia Robert Habeck ha promesso compensazioni e sussidi per le fasce sociali più deboli, con modalità ancora da stabilire.
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