Un’Alleanza per il tessile sostenibile con imprese, istituzioni europee, nazionali, regionali e di ricerca per vincere la sfida della circolarità e dell’innovazione. E’ l’idea cui sta lavorando Euratex, l’associazione europea del settore tessile. “Come l’Alleanza Ue per l’idrogeno o per le batterie”, racconta all’ANSA il direttore generale dell’organizzazione Dirk Vantyghem. “Solo che – puntualizza – nel settore contiamo 145mila Pmi e non abbiamo grandi investitori come negli altri settori” industriali. Secondo le stime di Euratex, i rifiuti tessili lordi nell'Ue e Svizzera aumenteranno da 7 a 7,5 milioni di tonnellate l'anno oggi a 8,5-9 milioni di tonnellate nel 2030. "In termini di impianti di selezione o riciclaggio - spiega Vantyghem - significa un aumento di capacità con l'aggiunta di 150-200 impianti lungo tutta la catena del valore e in tutta Europa".
La frammentazione e la difficoltà di ”fare scala” sono i problemi principali per il tessile europeo che si sta preparando al 2025, quando scatterà l’obbligo di raccolta separata dei rifiuti da tessuto, e alla nuova iniziativa della Commissione europea sulla sostenibilità, in calendario in giugno. “A quanto ci risulta la Commissione è a lavoro su sedici provvedimenti”, afferma Vantyghem.
“Sostenibilità e circolarità sono cose buone – aggiunge – e possono essere anche un modo per proteggere l’industria europea ma la regolamentazione deve essere coerente, va fatta senza ideologia, l’asticella non va piazzata talmente in alto che nessuno può arrivarci in Europa, e deve fornire strumenti effettivi per la sorveglianza delle frontiere”. In modo che i produttori europei non siano messi fuori mercato dai concorrenti dei Paesi terzi che producono con standard di sostenibilità inferiori. In Europa, “ogni anno importiamo qualcosa come 20-25 miliardi di capi di abbigliamento, chi controlla?”, si chiede Vantyghem. “Mettiamo che riusciamo a monitorare i container, resta il problema dell’online”, rincara la dose. Ma “non vogliamo creare un muro – puntualizza – vogliamo la piena trasparenza per tutti, che è una sfida enorme”.
Intanto, il settore si prepara al 2025, con l'obbligo di raccolta separata. “Abbiamo lanciato i ReHubs – racconta Vantyghem – un sistema integrato basato su centri in Europa per riciclare i rifiuti tessili e aumentare su scala industriale la raccolta, lo smistamento, la lavorazione e il riciclaggio, con cluster regionali come Biella e Prato, ma abbiamo bisogno di più capacità, all’inizio pensavamo a cinque grandi poli, poi abbiamo coinvolto i grandi player, anche della vendita al dettaglio”.
“Abbiamo progetti per la riqualificazione professionale, con la Lombardia che è molto attiva, ed è appena partito Regio Green Tex", per riunire imprese ed enti territoriali per arrivare preparati al traguardo del 2025. Sono progetti che beneficiano di aiuti Ue "ma non è abbastanza se commisurato alla sfida", conclude Vantyghem.
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