Vietare le esportazioni di rifiuti per lo smaltimento in un altro Stato membro, tranne in condizioni rigorose, e vietare le spedizioni di rifiuti non pericolosi verso i Paesi in via di sviluppo, a meno che non acconsentano espressamente e non possano dimostrare di trattare i rifiuti in modo adeguato. E’ uno degli elementi principali della posizione del Consiglio Ue sulle nuove norme per la spedizione dei rifiuti. La presidenza svedese ora è pronta a negoziare con l’Europarlamento, la cui versione del regolamento è stata approvata in marzo.
Il Consiglio ha in generale seguito l’impianto della Commissione, che prevede tra l’altro una stretta sulle spedizioni illegali e la digitalizzazione delle spedizioni intra-Ue. Per l’export verso Paesi terzi, il Consiglio ha concordato che le strutture di gestione dei rifiuti nel paese di destinazione dovrebbero essere controllate da enti indipendenti ogni tre anni. Gli Stati hanno approvato la proposta della Commissione di creare un gruppo di applicazione della spedizione di rifiuti, che faciliterebbe e migliorerebbe la cooperazione e il coordinamento contro il traffico illegale di rifiuti. Via libera dalle Capitali Ue anche alle proposte della Commissione per la digitalizzazione del sistema di spedizione degli scarti, ma con tempi più lunghi per le notifiche.
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